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Fertile Ground, di Adam Gierasch (2010)

Da Psichetechne
Fertile Ground, di Adam Gierasch (2010)

Emily e Nate Weaver lasciano la città per il comfort di una casa rurale di famiglia di Nate nel New Hampshire. Lì, isolata e posseduta da visioni terribili, Emily scopre di essere incinta, mentre Nate viene invaso dallo spirito omicida di uno dei suoi avi. In una casa infestata dalle vittime passate, Emily scopre che lei è l'ultimo obiettivo di una lunga tradizione omicidiaria.
La piattezza al sapore di piombo delle nuove produzioni After Dark Originals è davvero sorprendente. Sorprendente soprattutto per l'attitudine quasi copiativa delle singole opere prodotte, che sembrano a tratti ripercorrersi stilisticamente le une le altre. Questo "Fertile Ground", per esempio ricorda molto, in alcuni punti, certe sequenze di "The Broken" di Sean Ellis (2008), in particolare nelle visioni trasfigurate e fantasmiformi del marito, nel momento in cui Emily fa sesso sul lettone della bisnonna di Nate. La "copiatività", inutile e dannosa, di questo film non si ferma qui, e rende il prodotto di Adam Gierasch  un vero "fertile ground" per il critico inferocito e arcistufo di beccarsi tra capo e collo queste tegole plumbee. Ad esempio molte insipide inquadrature della "casa", ricordano "Hamitiville Horror" (1979) di Stuart Rosenberg, senza ovviamente avvicinarsi neanche di un millimetro alla proposta estetica dell'originale. Per il resto la sceneggiatura a capitoli, che sembra addirittura scimiottare (somma ridicolaggine!) l"Antichrist" di Lars von Trier, fa il suo buon lavoro di seppellimento definitivo della pellicola ai livelli più bassi del deja-vu riscaldato e rifrullato horror-yankee che abbiamo mai visto fino ad ora. L'interpretazione attoriale è sciattissima e nessun colpo di genio anche casuale della regia riesce a risvegliare quei morti di sonno dei nostri Leisha Hailey (Emily) e Gale Harold (Nate). Anzi, a un certo punto del film non vediamo l'ora che si fracassino a vicenda la testa con qualsiasi corpo contundente che gli offriremmo volentieri noi stessi, almeno potessimo entrare magicamente nella storia. Colonna sonora in stile Carosello anni '70 (soprattutto nella prima parte del film), ed effetti speciali che presto evaporano via dalla nostra vista come neve al sole, fanno traballare la baracca fino al crollo finale in un secondo atto filmico che drammaturgicamente ha lo spessore di un'antina d'armadio per bambini dell'Ikea. Che dire, dunque? Direi che, ahimè, non ci siamo proprio. Nemmeno per quanto riguarda le visioni fantasmatiche degli avi omicidi di Nate. Salverei solamente una sequenza, ben fatta, quasi carpenteriana-delle-origini, cioè quella in cui Emily è ferma al semaforo che passa velocemente dal rosso, al verde, al giallo e viceversa, mentre la contadina bionda con in braccio il neonato la guarda con occhio enigmatico. Tale sequenza è interessante e produce una gestalt feminino-perturbante che non mi sarei aspettato: ma dura pochissimo, è una specie di brevissimo arcobaleno durante un ininterrotto acquazzone tropicale. Per concludere la consegna nell'oblio di questo film di Gierasch (autore di "Autopsy" - 2008 e "Mortuary" - 2005, dal quale forse non dovremmo aspettarci poi tanto, peraltro), aggiungerei che è molto, molto noioso, almeno per un'ora abbondante di minutaggio. E non è poco, che dite? Credo alfine che il tempo che ho dedicato a questo "Fertile Ground" sia sufficiente, anche per suggerire di allontanarci sempre più dalla After Dark, diventata in questi anni una specie di industria che produce carta carbone e matite copiative di pessima qualità. Sconsigliato. Regia: Adam Gierasch  Sceneggiatura: Jace Anderson, Adam Gierasch Cast: Gale Harold, Leisha Hailey,  Chelcie Ross, Jami Bassman, Kailah Combs, Ingrid Coree, Clint Curtis Nazione: USA Produzione: After Dark Films Durata: 95 min.

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