Per rendere più produttivo il terreno non bisogna per forza pagare lo scotto a livello di inquinamento: oltre ai fertilizzanti chimici (concimi chimici a base di zolfo, azoto e potassio) esistono quelli naturali, che danno un aiuto nutritivo alla terra – quando ne ha bisogno – composti da sostanze naturali.
Spesso gli agricoltori aggiungono elementi nutritivi nel terreno per assicurarsi il raccolto, ma troppo spesso utilizzano fertilizzanti chimici che salvaguardano le colture danneggiando ambiente, uomini e animali.
Ad esempio, i fertilizzanti a base di azoto, forse tra i più abusati, provocano una serie di conseguenze a catena: le piante, infatti, possono assorbire solo determinati quantitativi di azoto, il resto si perde nel terreno e subito dopo nella falda acquifera, che si inquina; inoltre, l’eccessivo uso di azoto “intossica” le piante che maturano in ritardo, diventando meno resistenti alla siccità e più sensibili agli attacchi dei parassiti. Come se non bastasse, nei fertilizzanti azotati ci sono delle sostanze che vanno a formare l’ammoniaca gassosa, che a seguito della trasformazione in ossidi di azoto, può tornare sulla Terra per effetto delle piogge acide. Di male in peggio!
Cosa fare? Un’agricoltura senza sostanze chimiche dannose è praticabile. Per prima cosa andrebbe adottata la rotazione delle colture, cioè la variazione, da un ciclo produttivo all’altro, della specie agraria coltivata sullo stesso appezzamento, questa tecnica migliora la fertilità del terreno e garantisce una maggiore resa.
Al bisogno, si può ricorrere ai fertilizzanti naturali. Ce ne sono vari, personalmente, mentre facevo delle ricerche, mi sono imbattuta in alcuni prodotti con delle caratteristiche molto interessanti perché sono del tutto naturali e hanno un’alta percentuale di micorrize (termine a me ignoto fino a qualche giorno fa).
Le micorrize, in altre parole, sono dei microrganismi naturali che hanno effetti positivi sulle piante. Quest’ultime si nutrono attraverso le radici, assorbendo l’acqua e i vari nutrienti; la zona di contatto tra la radice e il terreno (la rizosfera) è quella dove agiscono le micorrizie e un’azienda nostrana ha pensato di sviluppare un fertilizzante proprio a base di questi microrganismi, che aiutano le piante a essere più sane e a produrre di più.
Le micorrizie, da quello che ho letto, hanno solo vantaggi:
- aumentano la resistenza della pianta allo stress idrico e alla salinità;
- moltiplicano la resistenza e la tolleranza ai patogeni del terreno;
- permettono un maggior assorbimento di microelementi;
- la produzione diventa più abbondante e uniforme;
- migliorano lo sviluppo delle piante che si adattano anche di più al terreno;
- riducono i fenomeni di stanchezza dei terreni;
Insomma, a mio avviso è meglio un fertilizzante del tutto naturale che uno chimico, voi cosa dite?
Anna Simone