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Festa del 1° Maggio. Grande assente il lavoro!

Creato il 30 aprile 2013 da Freeskipper

Festa del 1° Maggio. Grande assente il lavoro!

Fervono i preparativi per celebrare quella che è diventata nel corso degli anni una data storica del nostro calendario: il 1° Maggio. Una data ed un giorno nel quale si festeggia “il lavoro” e tutti “i lavoratori” d’Italia. Si montano palchi ovunque in vista di comizi e concertoni. Il tradizionale profumo della porchetta assieme alle note rock va diffondendosi per le vie limitrofe Piazza San Giovanni, la storica piazza romana del lavoro.

"La piazza del sindacato", ma quello vero, autentico, quello che sta dalla "parte giusta", quello che suda, lotta e s’incazza per difendere i lavoratori a spada tratta, senza esitazioni, senza compromessi, senza concedere o negare una firma magari in cambio di uno scranno parlamentare a fine mandato. 

Il 1° Maggio è una delle feste laiche più importanti e sentite nel nostro paese. Una data che riporta alla mente i grandi sindacalisti che hanno fatto la storia di questa nazione e le tante battaglie dei lavoratori per la rivendicazione di quei sacrosanti diritti che un tempo erano impensabili e che oggi, purtroppo, vengono rimessi pericolosamente in discussione: il diritto ad un salario dignitoso, il diritto alla salute, il diritto alla maternità, il diritto allo studio, il diritto alla sicurezza! 
Tanti diritti e altrettanti doveri a baluardo di un solo, grande, unico ed irrinunciabile protagonista: il lavoro! Perché senza lavoro non c’è libertà

 
Milioni e milioni di lavoratori che ogni giorno lottano tra mille difficoltà dettate da ritmi di vita al limite della sostenibilità e da uno stato sociale sempre più debole che latita laddove le famiglie vengono lasciate sole, alle prese con una quotidianità fatta di continui problemi come l’assistenza agli anziani, l’affidamento dei figli, le precarie e disagevoli condizioni di lavoro, le inefficienze del trasporto pubblico. 
Milioni e milioni di lavoratori che comunque e nonostante tutto si alzano ogni mattina all’alba e rientrano a tarda sera a casa per cercare di tirare avanti alla meno peggio, sempre con dignità, senso del dovere e assoluta abnegazione in quel lavoro che la Costituzione vuole come valore fondante della nostra Repubblica democratica!
Ma oggi, a fronte di quei milioni di lavoratori che festeggiano seppure sotto tono un 1° Maggio dai colori sbiaditi e dalle tinte sempre più opache, con condizioni lavorative che sono di gran lunga peggiorate rispetto a quelle dei loro padri, con salari tra i più bassi d’Europa e con pensioni che non si sa se, come e quando verranno corrisposte, c’è chi se la passa ancora peggio! 
Centinaia di migliaia di esodati che si ritrovano senza un lavoro e senza una pensione, milioni di sottoccupati e sfruttatiin nero, senza alcuna tutela, ma con sempre più doveri e meno diritti, e poi ancora milioni di giovani italiani di qualsiasi estrazione e grado d'istruzione alla perenne ricerca di un lavoro che non c’è, costretti il più delle volte a lasciare l’Italia!
Ma allora, oggi, che senso ha festeggiare il lavoro se proprio il lavoro è il grande assente di questa festa? Il lume mai affievolito della “speranza” che finalmente questo paese - con l’impegno di tutti, nessuno escluso - ce la possa fare. Il sogno mai smarrito che l'Italia possa finalmente cambiare e riuscire ad assicurare alla propria gente e ai propri figli un futuro migliore, capace di restituire agli italiani, tutti, quella dignità che secoli di storia e anni di battaglie sindacali gli avevano conferito e che oggi gli sono stati miseramente scippati via!


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