- Anno: 2048
- Durata: 53'
- Genere: Documentario
- Nazionalita: Italia
- Regia: M. Sesti, M. Cerami
Nella sezione Omaggi, a quarant’ anni dalla scomparsa di Pierpaolo Pasolini, la Festa del cinema di Roma ricorda uno dei più sorprendenti intellettuali con vari eventi a lui dedicati. La voce di Pasolini esce dal documentario di Massimo Sesti e Matteo Cerami attraverso le parole scritte dall’autore stesso in saggi, poesie, frammenti o appunti vari. La lettura è lasciata a Toni Servillo che ancora una volta conferma di essere uno tra i migliori attori del panorama italiano. Un collage di immagini, fotografie, brani e pezzi di vita che entrano in quella che fu la storia, segnata e raccontata da uno degli autori più attenti e arguti della società italiana.
Il film racconta l’amore di Pasolini per il popolo, l’odio per la borghesia, il difficile rapporto con la contestazione giovanile. Ma anche una storia che non è mai diventata un film e sulla quale Pasolini stava lavorando al momento della morte: Porno -Teo – Kolossal. Essa viene evocata da disegni, animazione e dalla vera voce di Pasolini. Il film utilizza una registrazione di Pasolini che detta il soggetto e la narrazione del film, conservata da alcuni suoi collaboratori e ritrovata dagli autori.
C’è un mondo , un modo ancora più sotto dei soldi che nascondiamo sotto il materasso per paura delle banche, più sotto della maglia della salute che mettiamo sotto la camicia, alla quale tiriamo però su le maniche per non essere del tutto omologati, più sotto dell’indice di gradimento della vita quotidiana, più sotto della maschera da bravi cittadini dietro la quale ci nascondiamo per non apparire diversi, più sotto di noi stessi, dei nostri sogni, delle nostre idee, più sotto dello stomaco che tutti i giorni uccidiamo con caffè e sigarette con la scusa di essere nervosi. Sotto questo mondo qui ci sono loro, quelli che Pasolini chiamava i sottoproletari e che oggi non sono spariti, no affatto, hanno messo solo un cappotto simile agli altri e un taglio di capelli più uguale al vicino di casa. Quel mondo della periferia romana che il poeta ha raccontato così bene, non tralasciando mai le rughe dei volti e la storia di ognuno. Con lungimiranza, per alcuni profetismo, Pierpaolo Pasolini scrisse parole di quella che chiamano la società di allora, ma che sarebbe più consono identificare con la società dell’oggi. Sono forse sparite le ideologie, sono cambiate mode e costumi, ma la ripartizione sociale e l’effimero piacere nel convincersi che tutto sia piatto e privo di diversità è ancora oggi nella bocca di tutti. La voce di Pasolini è Pasolini stesso, per una volta niente inganni, il poeta, regista e scrittore emerge dalle immagini e dalle parole, quelle parole dai lui scritte e recitate. Non c’era bisogno di andare lontano, ma c’era bisogno di aprire gli scatoli e leggere quello che lui stesso scrisse. Questo il lavoro di ricerca che minuziosamente e con capacità hanno fatto i due autori Massimo Sesti e Matteo Cerami. Ci voleva qualcuno che aprisse quegli scatoloni, che cercasse tra le cose esistenti e lo facesse per noi che siamo abituati a riporre, ma poi a comprare del nuovo. E allora eccoli lì tutti in fila: la contestazione giovanile, l’odio per la borghesia, l’amore per il popolo, la tv, la società, l’omologazione di massa, il consumismo. Eccoli tutti riuniti i temi cari a Pasolini e per una volta lasciati liberi di parlare, di vivere attraverso quello che è stato. Per una volta nessun bavaglio, nessuna rivisitazione, Pasolini può dire la sua, come in vita non si è mai tirato indietro dal fare.
Alessandra Balla