Magazine Poesie
E non è più musica quella che sento, ma leggeri suoni ovattati di una festa paesana. E’ quasi mezzanotte ed esploderanno i fuochi d’artificio, scintille nel cielo che illuminano per un attimo la notte. Non li guardi più rapita come quando eri una bambina con il naso all’insù e ad ogni scoppio era un ‘ohhh’ che significava meraviglia e felicità. Ora adulta ti infastidiscono, non pensi che al momento in cui finiranno e lasceranno la tua mente libera di pensare. Ma poi lo stesso ti immedesimi e cerchi di ricordare lo stupore dei tuoi pochi anni, quando ogni cosa era una scoperta e tutto era bellissimo. Erano belli persino i rintocchi delle campane che chiamavano i credenti alla messa. E scoprivi che avevano anche altri significati, te li aveva detti la nonna. Durante la settimana, significavano morte, e tu avevi imparato a contare i rintocchi per sapere se era morto un uomo o una donna. Chi ci pensa più a queste immagini di un passato tramandato a voce? Ora il vento è cambiato, non sento più i suoni della festa ma l’incedere di un treno, l’ultimo di oggi. Domani ne passeranno altri, ma non ci sarà questo silenzio.
All rights reserved ©