Magazine Bambini
Mi spiego. Da una struttura pubblica/privata di nido non è ci si possa aspettare tanto, anche per motivi di budget, di sicurezza, di tempo.
Ma un po' più di creatività, inventiva, originalità sì.
Ma queste peppie sono e peppie rimangono.
Comunque arrivo di corsa, dopo aver abbandonato una riunione, L'orario - h. 15,20 - è delirante in assoluto, oltre che assolutamente insolito.
Comunque entro nell'atrio e mi trovo davanti una ventina di papà in attesa di entrare nel 'salone dei ricevimenti'. Pure in ritardo sono queste?
Poi si aprono le porte entriamo in truppa, ognuno puntando e cercando il proprio erede.
BiBì è là, in fondo, che gestisce una situazione per lo meno imbarazzante: urlando sta strappando di mano qualcosa a un suo compagno, un po' frignone, che si getta atterra piangendo.
Iniziamo bene, penso.
Mi vede, si alza e mi viene incontro con quel sorriso che illuminerebbe una grotta al centro della terra.
Poi le peppie si organizzano e fanno saltare fuori foglioni di carta e colori, bacinelle e pennelli.
Mi siedo a terra, di fianco a BiBì e cominciamo, su indicazione, a disegnare, dipingere meglio, tinteggiare meglio ancora.
BiBì si diverte come una matta e io a ruota. Anche se sono più bravo a fare l'astronauta piuttosto che partorire qualsiasi segno su carta che abbia senso.
Lei si sporca da capo a piedi, e per gradire anche la mia camicia.
Poi finalmente tutto finisce e si passa alla merenda. A base di succhi di frutta e torte confezionate, biscotti e merendine varie.
BiBì si spara tre bicchieri di succo, rifiuta con un bleah! una torta al cioccolato che mi tocca ingurgitare, rifiuta con un puah! un plumcake che mi tocca trangugiare, per poi finalmente assaporare dei wafer alla vaniglia.
Il tutto seduta, nel casino generale, su una seggiolina in mezzo al salone.
Poi, improvvisamente, si risveglia, si toglie le calze e comincia, a duemila all'ora, a correre sui foglioni ancora freschi di tempera, terminali della creatività delle accoppiate padri/figlie.
Come dire? Un vero schifo. Si riempie i piedi di colori fino alle caviglie, come un novello Wharol.
Le lavo le mani, le lavo i piedi, anche la faccia.
Mentre osservo le altre bambine e i maschietti: alcuni lobotomizzati fermi in mezzo al salone con genitori in tinta; altri che frignano chiamando la mamma con genitori in tinta; altri che giocano gioiosi e felici con genitori in tinta.
E' un po' come con i cani: assomigliano, paradossalmente, ai loro padroni.
Chissà cosa dicono di me/noi...
La festa tende a finire.
I primi se ne vanno, altri si organizzano per farlo, ma il nucleo tosto e militante rimane. E si dedica con tutte le forze ai saltoni dai cuscinoni sui tappetoni cacciando urloni.
BiBì insieme ad altre due disgraziate si urtano, si saltano addosso, si ricorrono, si pestano.
Poi se ne vanno tutti. E chi rimane per ultimi?
Noi naturalmente, con BiBì ormai stravolta che comincia dare segni di sfinimento. Un quarto d'ora per rivestirla, con tutte le peppie intorno che non aspettano altro di andare a casa.
Finalmente si esce, destinazione Pilù che esce anche lui dalla sua scuola.
Finito? No.
Quando arriviamo da Pilù, mi sbandiera sotto il naso la 'carta di identità del mio papà'.
1-L'età è quella che è, e ora tutto la scuola la sa.
2-Non si sa bene che lavoro faccio, ma ho sempre il computer in mano.
3-Non faccio sport perché sciavo quando ero piccolo (ma non è vero, scio ancora!) e un tempo ero maestro di tennis (vero). L'unico sport che faccio è giocare a golf sul telefonino (ma dài, che immagine pessima del suo papà!).
4-Il mio piatto preferito è la zuppa di lenticchie che fa mia moglie (a capodanno, quindi...)
Comunque una meraviglia! Il tutto è completato da un ritratto meraviglioso a matita del suo papà (anche se spero di essere un pochino meglio in realtà...).
Sono un papà felice.
E chi non va alle feste dei loro figli peste lo colga!!!
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