E questa sono io... a Berlino
Ho voluto inaugurare la festa dell'Epifania con alcune fotografie di Robert Doisneau che, tralasciando le intenzioni del fotografo francese che si celano dietro ad ogni singolo scatto, mi sembrano meglio rappresentare quello che provo in occasione di questa giornata. Scrivevo qualche giorno fa che l'anno appena salutato è stato un anno difficile perchè ricco di eventi che hanno segnato la mia vita, eventi felici e desiderati che tuttavia hanno tenuto il mio corpo incollato a terra e la mia mente occupata, forse troppo. E' così mi sono sentita tremendamente triste e sola. La tristezza era dovuta alla spensieratezza che si lacerava giorno dopo giorno, trasformandosi in brandelli di vita sofferente, la solitudine invece mi cingeva maligna e opprimente. Con i mesi ho costruito una fortezza entro la quale vivere ottenendo però scarsi risultati in termini di felicità. Certo il mio obiettivo era un tantino pretenzioso, mi fa sempre paura parlare di felicità. Un termine così abusato che ha perso di significato. Solo nella seconda parte del 2012 ho avvertito un terremoto, la fortezza cedeva il passo alla vita e la natura si ribellava.Salutando il 2012 mi sono proprio resa conto che quella fortezza, nella quale avevo trascorso molto tempo, si stava sgretolando lasciandomi con un calore strano nel corpo, un tremore continuo. E' stato così che è iniziato il nuovo anno tra incertezze e e titubanze, tra domende del tipo ce la farò e la consapevolezza di aver lasciato qualcosa di conosciuto per imboccare una strada nuova dove mi sento forte come una roccia. Ma soprattutto sento di essere riuscita a ricucire la frattura con quella parte infantile (e per sua intrinseca natura spensierata) che si nascondeva dentro di me e da tempo temeva di uscire allo scoperto. In pratica mi ero un po' dimenticata di essere stata bambina anch'io, una volta (come afferma appunto Antoine De Saint-Exupéry) e la cosa non mi fa molto onore dal momento che sono mamma e insegnante. Ma poco tempo è serivito per intrecciare nuovamente i fili del mio destino e vivere appieno l'infanzia di mio figlio.