E come no.
Si aprono i cancelli la gente spintona manco fossimo all’ultima di campionato con le due capolista a pari punti. Per diamine, lì dentro c’è la mia Marmocchia: inizio a spintonare anche io. Grazie ad un gesto atletico del Ninnatore ci ritroviamo entrambi in seconda fila. Niente male, sogghigno soddisfatta alla vista degli altri genitori che si contendono i posti in ultima fila. “Tsè, principianti”. Ma ricordiamo che sono qui in veste sportiva, niente spirito di competizione, solo sano divertimento.
La maestra ci accoglie con qualche parola sincera e commossa su come i nostri siano bambini davvero speciali. Qualcosa nella gola mi si sta attorcigliando, ma s’era detto niente lacrime e non ci cascherò.
Sulle note di una dolce ninna nanna natalizia ecco arrivare i primi bambini, quelli più grandi. Uno alla volta, saltellando, fanno la loro apparizione. Mi friccica un occhio. Oh, andiamo, non sono nemmeno figli miei. Però guarda quella bambina che dolcezza. E fa i saltelli più aggraziati che abbia mai visto. Magari faccio solo un paio di singhiozzi silenziosi, così, tanto per allentare la tensione.
Cambia la musica e uno dopo l’altro entrano, impacciati ed emozionatissimi, questi affarini in pigiama. Sono i piccolini. Scivolano dentro ad un tunnel e corrono a prendere il loro peluche da una cesta. Poi si siedono, uno accanto all’altro, in un grande semicerchio. Sembrano dei cuccioli smarriti. Mi sta pigliando male di brutto.
E poi, a dare il colpo di grazia, ti arriva lei. Col caschetto a Play Mobile spettinato, il pigiamino a pagliaccetto che le sbuffa sulle caviglie, e quegli occhioni enormi. Senza un attimo di esitazione corre verso il centro del palco, prende il suo pupazzo di neve e va a sedersi, cantando, accanto ai suoi compagni. E’ piccola, piccolissima. Di certo la più piccola di tutti. Ma ha il piglio deciso e la determinazione di portare a termine la sua performance nel migliore dei modi. Ci tiene davvero. Lo sanno bene la sua mamma e il suo papà che negli ultimi giorni si sono dovuti sorbire in loop 24h no stop le canzoni natalizie del saggio.
Mentre canta e tiene il ritmo con le mani, un occhietto le scivola sulla fila di genitori alle prese con foto- e videocamere. Forse non vuole darlo a vedere, ma sta cercando qualcuno. E poi all’improvviso li trova. Completamente cotti, probabilmente già dalle prime tre note, stanno lì con l’espressione un po’ ebete e un po’ sognante. Lei soprattutto è in balia dello sbracamento più totale e fa, nell’ordine, tutto quello che si era ripromessa di non fare: smanaccia in direzione della nana, si lascia andare a gomitate e commenti sulla figlia fenomena, mentre piange tutte le lacrime di questo mondo.
Ma sono lacrime buone, intendiamoci, di amore, orgoglio e meraviglia. Lacrime che, onestamente, potrebbe anche piangere ogni giorno.
E, per dovere di cronaca, la canzone che ha aperto i rubinetti è questa: