Titolo: Festa di nozze
Autore: Maggie Shipstead
Traduttore: L. Olivieri
Editore: Neri Pozza
Prezzo: 17,00 €
Data di uscita: 28 giugno 2012
Genere: romanzo
Pagine:367
Ho scoperto questo meraviglioso libro grazie a David Leavitt, che ne ha parlato positivamente in un’intervista al Corriere della sera. Presa da tante cose, l’ho letto solo ora. Be’, una cosa è certa: non farò mai più l’errore di rimandare la lettura di un libro di Maggie Shipstead!
Il romanzo si svolge nel’arco di tre giorni su un’isoletta del New England, Waskeke, dove Biddy e Winn Van Meter riuniscono amici e familiari in occasione del matrimonio di Daphne, la figlia maggiore in dolce attesa, e del suo impeccabile fidanzato, Greyson Duff. L’atmosfera, per citare l’autrice, è questa: “aragoste, gin and tonic, una piacevole brezza marina, una zia ubriaca e… una balena morta”.
I Van Meter, rispettabile e stimata famiglia del Connecticut, incarnano il sogno americano: partendo da umili origini, sono riusciti a rilevare un’azienda e, nel giro di tre generazioni, a diventare un’influente clan con tutti i cliché tipici degli Wasp: frequentano club esclusivi, possiedono splendide case per le vacanze, prati verdissimi, labrador e mandano i figli alle univeristà della Ivy League (a volte, favorendo l’ammissione con generose donazioni).
Le ore precedenti alla cerimonia scorrono tra i vari preparativi per il matrimonio: nastrini, champagne à gogo, nuvole di tulle, prove trucco. Non mancano partite a tennis tra i giovani, viziati invitati accompagnati dalle loro rispettabili famiglie. Ma questa è solo la superficie. L’autrice ci racconta questa interessante storia dal punto di vista del padre della sposa, Winn Van Meter, che cova una pruriginosa quanto proibita passione per un’ amica – e damigella – della figlia, l’avvenente e “lolitesca”Agatha.
La ragazza, d’altro canto, sembra ricambiarlo, provocando Winn ad ogni occasione fino a far traballare il suo trentennale matrimonio con Biddy. Scopriamo, infatti, che dietro ad una facciata di apparente perfezione, l’esistenza di Winn è una fragile costellazione di insoddisfazioni: da anni non riesce ad entrare in un esclusivo club, il Pequod, ostacolato proprio dalla potente famiglia Duff con cui sta per imparentarsi. La sua relazione con la moglie manca di passione, il sesso è vissuto come un dovere; e poi ci sono i problemi con i figli. In particolare Livia, la più piccola, ha subito un trauma in seguito alla rottura del fidanzamento con il figlio della famiglia amica/rivale. In questi tre giorni prima del matrimonio Winn cercherà di starle accanto, di comprendere il mondo attraverso i suoi occhi, di instaurare un rapporto vero, evitando che il segreto riguardo alla fine della relazione trapeli nella buona società.
Nel frattempo, è anche combattuto tra il desiderio di abbandonarsi alla passione con Agatha e il senso di colpa nei confronti della moglie, che si accorge ovviamente di tutto. Personaggio dell’alta società con le frustrazioni dell’uomo medio, Winn è “rassegnato alla morte, alle tasse e alla famiglia”, ma diventa interessante e complesso proprio quando si rende conto che, forse, avrebbe voluto un’altra vita.
Nonostante Winn tenti di far andare tutto per il meglio e di stare lontano dai guai, niente andrà avanti secondo i suoi schemi. La Shipstead narra magistralmente, con una irresistibile vena ironica, le inquietudini, i dolori e i desideri di una classe sociale privilegiata, e il lato tragicomico di un uomo di mezza età che intravede un’alternativa alla vita che conduce, un bagliore di un futuro diverso.
Raffinato romanzo d’esordio, scritto in modo brillante e ironico, descrive con maestria il lato nascosto delle grandi famiglie americane. La Shipstead dipinge in modo accurato questo milieu sofisticato che si nutre di riti precisi, tanto che sembra quasi di essere su quella piccola isoletta dove soffia una leggera, gradevole brezza ad osservare i turbamenti dell’affascinante alta società della East Coast. Un ambiente che fa dell’understatement (siamo nel puritano New England) una regola di vita. Li immaginiamo bere champagne dalla bottiglia (un gesto snob dei rampolli Duff) con indosso polo e bermuda cachi di Ralph Lauren, consci di appartenere ad un’élite che riafferma la propria solidità reiterando la tradizione: università prestigiose, i soliti club, lavoro, famiglia, case in luoghi esclusivi. Last but not least: bellissima traduzione di Lucia Olivieri.
Maggie Shipstead si è laureata ad Harvard nel 2005 e ha conseguito il Master in Fine Arts all’ Iowa’s Writers workshop con Zadie Smith. Con Festa di nozze, a soli 28 anni, ha vinto il Dylan Thomas Award e l’ambito Los Angeles Times Book Prize for First Fiction. Il San Francisco Chronicle lo ha eletto miglior libro dell’anno. L’8 aprile è uscito in America il suo secondo romanzo: Astonish me.