Vuoi scoprire di cosa si tratta? Seguimi attentamente in questo breve e inteso racconto, com’è la vita di ognuno di noi… e la mia non sarebbe stata così intensa (spero non così breve!) senza il notevole contributo delle arti marziali e del Budo in particolare.
Sono entrato nel mondo delle arti marziali nel 1994, dalla porta del Karate.
Anno strano il 1994: ricordo come fosse ieri la morte in diretta del grande campione di formula 1 Ayrton Senna, poi la delusione negli occhi di Roberto Baggio e con lui di gran parte di italiani dopo il rigore sbagliato nella finale mondiale col Brasile… ricordo nitidamente il momento in cui iniziai a Settembre il mio ultimo anno nella scuola superiore di Leno (BS), pronto (o quasi) a diplomarmi geometra. Pochi giorni dopo iniziai anche qualcos’altro… il Karate.
Martedì 20 settembre 1994 varcai la soglia del mio primo dojo, la buia e fredda palestra delle scuole medie e iniziai a correre, seguendo gli esercizi e copiando tecniche dagli allievi più anziani e soprattutto dalle cinture nere e maestri di quel periodo. I primi due anni fu davvero molto dura e non intendo fisicamente (ero nel pieno dell’adolescenza, due sere a settimana facevo karate e tre sere giocavo a calcio, inoltre mi allenavo per le competizioni scolastiche di atletica leggera).
Il mio problema iniziale, nel secondo e terzo anno di pratica marziale, era sul piano psicologico-motivazionale. Correvo ma mi sembrava d’essere fermo, vedevo sempre le solite cose e non percepivo alcun miglioramento, se non una sensibile crescita a livello caratteriale. Imprevisti ed esperienze negative a scuola (mollai l’università perché mi sembrava di perdere tempo) e nella vita amorosa, mi inghiottirono in una spirale in cui tutto sembrava andare storto. Così pure il karate: non mi dava affatto ciò che stavo cercando in quel periodo (imparare a difendermi).
Ero sul punto di smettere. In ogni contesto mi sentivo cadere e incapace di risollevarmi. Nonostante la vicinanza della famiglia e degli amici, mi sentivo un incapace… fino a quando decisi di rialzarmi, a fatica, provando a farcela da solo. Trovai una stabilità lavorativa (che ho tutt’oggi nella stessa azienda, come geometra) e dopo il servizio di leva trovai la persona che mi diede sempre più certezze sul piano sentimentale. Nelle arti marziali il passo fu breve: un crescendo di entusiasmo (in certi momenti anche eccessiva dedizione) e soddisfazione mi catapultarono nel mondo dell’agonismo e in seguito dell’insegnamento, in quello che sembrava (visti gli ottimi risultati) uno sbocco per il mio futuro a tempo pieno. Adoravo scrivere, studiare, insegnare, praticare, osservare tutto nel karate e per il karate. La mia vita dentro e fuori dal dojo pareva ruotasse attorno a quest’arte marziale… ma qualcosa si spezzò. Era la mia schiena, incapace di sopportare l’eccessivo stress fisico (probabilmente anche mentale) e mi arrivò una tegola in testa, anzi due (ernie discali), nel Marzo 2013.
Incapace di rialzarmi, ancora una volta da solo, accettai la situazione dopo mesi di lotte intestine coi miei genitori e soprattutto con la mia fidanzata di allora (divenuta poi mia moglie) ma il resto forse lo conosci già……… iniziai Aikido! Una nobile arte che mi ha insegnato soprattutto a rialzarmi, prevalentemente da solo e in poco tempo, dopo un’altra tegola piombatami addosso lo scorso inverno, nel bel mezzo di uno splendido periodo marziale (e non solo). Rottura del menisco mediale destro.
In 20 anni le arti marziali mi hanno dato molto e ciò che di più grande ho ricevuto è stata la capacità di risollevarmi dopo una caduta, di accettare tutto ciò che può accadere nella vita, con la massima serenità, oltreché di accettarmi sempre e comunque vada, perché sono Stefano e sono felice di esserlo. Quest’anno, dopo l’ennesimo “imprevisto”, sono felice più che mai poiché ho saputo trasformarlo in una nuova opportunità. Ho ritrovato in fretta il mio benessere, anzi ora sto ancor meglio di prima e per festeggiare questo primo traguardo dopo un ventennio di corse e delusioni, piccole e grandi soddisfazioni, ho pensato di condividere con te una delle cose che mi riesce meglio: un ebook.
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