Festival dei Popoli: “A story for the Modlins” di Sergio Oksman

Creato il 17 novembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2012

Durata: 26′

Genere: Documentario

Nazionalità: Spagna

Regia: Sergio Oksman

Presentato in Concorso al Festival dei Popoli, nella sezione cortometraggi, A story for the Modlins di Sergio Oksman, presente in sala alla proiezione. Non si tratta di un vero e proprio documentario ma di un’abile e curiosa ricostruzione di una vicenda misteriosa e abbastanza inquietante che vede protagonista la famiglia Modlin.

Nel 1968 Elmer Modlin aveva fatto una breve e fugace apparizione in Rosemary’s Baby di Roman Polanski dopo diversi anni in cui aveva provato invano a diventare un attore a Hollywood. La sua presenza nel film, interpretato da Mia Farrow e John Cassavetes, è talmente impercettibile da non venire menzionata nei titoli di coda. Poco tempo dopo Elmer si trasferisce, con la moglie e il figlio adolescente, in Spagna dove trascorrerà i successivi trent’anni in un appartamento buio e isolato dal mondo circostante. Questa almeno è l’idea che si è fatta Oksman, documentarista proveniente dal mondo del giornalismo con al suo attivo svariati lavori. L’autore ha raccontato infatti di come un giorno siano finite nelle sue mani centinaia di fotografie, oggetti personali, lettere e perfino un filmato amatoriale girato nella casa dei Modlin. Tutto questo materiale era stato ritrovato tempo addietro vicino ad un cassonetto in una strada di Madrid. Il regista, partendo da questi elementi, ha provato a ricostruire l’esistenza di questa famiglia che presenta numerose zone d’ombra. La moglie di Elmer, nel loro appartamento in Spagna, si dedicava completamente alla pittura e alla scultura ritraendo in maniera ossessiva il figlio, costretto continuamente a posare per la madre. Un giorno però il ragazzo abbandona per sempre la casa dei genitori ed Elmer prende il suo posto come modello per le opere della moglie. Strana sorte quella dei Modlin, che hanno dedicato la loro vita all’arte senza riuscire ad ottenerne fama o riconoscimenti. Come il marito aveva fallito nel suo tentativo di diventare un attore di fama così la moglie non è mai riuscita a vendere o a vedere esposte una delle sue innumerevoli opere. Ecco allora che la loro casa diviene un museo dedicato alle opere della signora Modlin, coi quadri, in cui ricorrono in maniera ossessiva i temi religiosi, appesi ovunque come si vede nel filmato registrato sulla videocassetta finita nella spazzatura col resto degli altri oggetti. Nel video, realizzato da una persona in visita nel loro appartamento, si notano i visi spiritati di marito e moglie mentre illustrano a parole il significato delle varie opere.

Interessante e originale il modo in cui la macchina da presa inquadra le due mani – che il regista sottolinea non essere le sue come non è sua la voce narrante fuori campo – che via via posano su un tavolo le foto e i vari reperti appartenuti ai Modlin.

Sergio Oksman ha lavorato di fantasia per riempire i numerosi vuoti della storia di questa famiglia che è di fatto impossibile ricostruire in maniera minuziosa e dettagliata anche a causa del fatto che i tre sono ormai morti da anni. Lo spettatore, come dice giustamente il regista a fine proiezione, potrà farsi una sua idea e interpretare magari diversamente gli elementi che vengono mostrati sullo schermo. Come mai la famiglia di Elmer si trasferì improvvisamente in un paese lontano? Perché il figlio se ne andò tagliando i ponti con i suoi genitori? Non vi è nulla di certo nella loro storia, ad eccezione della visibilità e notorietà inseguite per tutta una vita ma giunte soltanto a posteriori grazie a questo riuscito ed insolito documentario.

Boris Schumacher


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