La locandina de "La grande bellezza"
Il 66° Festival di Cannes vede schierato per l'Italia un solo film, La grande bellezza, di Paolo Sorrentino, il regista veterano dell'evento che l'ha visto protagonista ben 4 volte: nel 2004, con Le conseguenze dell'amore, nel 2006, con L'amico di famiglia, nel 2008 con Il Divo, conquistandosi il Gran Premio della Giuria, e l'ultima volta nel 2011, presentando il suo primo film in inglese, This must be the place, con Sean Penn.
Una grande responsabilità, questa, per Sorrentino, visto che il suo è l'unico titolo italiano in gara quest'anno, e il lungometraggio, che uscirà nelle nostre sale il 21 giugno, è uno dei più attesi della manifestazione.
Toni Servillo si conferma ancora una volta il protagonista dei film targati Sorrentino, e accanto a lui, un cast eccezionale: Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola, Roberto Herlitzka, Massimo De Francovich, Giusi Merli, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Isabella Ferrari, Franco Graziosi, Sonia Gessner, Luca Marinelli, Dario Cantarelli, Ivan Franek, Anita Kravos, Luciano Virgilio, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi e Lillo Petrolo.
Scritta e ideata dal regista stesso, insieme a Umberto Contarello, la pellicola è ambientata interamente a Roma, volendo descrivere la capitale in una duplice veste: quella coatta di Dagospia e quella papalina. Uno spaccato della società dei parvenu, dei nobili decaduti, degli intellettuali o presunti tali, dei giornalisti, degli attori, dei criminali d'alto bordo e dei politici. Le loro storie e i loro inciuci si alternano tra palazzi antichi, ville e le più belle terrazze di una città ormai diventata una vera e propria babilonia, in cui regna il caos più totale.
E come una sorta di Grande Fratello, ecco che nel dedalo si muove Jep Gambardella, un disincantato scrittore e giornalista 65enne che tra un gin tonic e l'altro assiste alle loro peripezie, che più che alla vita fanno pensare ad un mondo intriso di apparenza e maschere, in cui i personaggi sono catapultati in un mondo frivolo e distratto, il cui fine ultimo è il divertimento.
La capitale italiana, da grande protagonista e orgoglio del Paese, si trasforma in una passerella sui cui queste figure, una dopo l'altra, sfilano, rappresentando in modo sempre più potente e allo stesso tempo deprimente un'umanità in via di decomposizione. Le fatiche di una vita sembrano essere spazzate via, e neanche Roma si può permettere di far la stupida (riferimento alla celebre canzone Roma non fa' la stupida stasera, di Renato Rascel, ndr), ma rimane lì, completamente indifferente.
A seguito dell'annuncio ufficiale della sua partecipazione, un Sorrentino molto soddisfatto ha dichiarato a La Stampa: “Ringrazio il Festival per l’invito e l’attenzione con cui segue il mio lavoro sin dagli esordi . Essere selezionati tra migliaia di film è già un grande riconoscimento. Andarci per la quinta volta di seguito una responsabilità e un onore che condivido con tutta la troupe. Uomini e donne appassionati che mi hanno consentito di trasformare in un film quella che per me era una fantasia”.