Un attacco preciso nei confronti del regista Paolo Sorrentino è stato sferrato ancor prima dell'anteprima mondiale al Festival di Cannes, prevista per stasera alle ore 19.
Sorrentino potrebbe essere accusato di plagio da parte di Umberto Pizzi, un fotografo che ha confessato al settimanale Oggi che la pellicola non solo potrebbe aver preso spunto dal suo libro fotografico Cafonal, realizzato in collaborazione con Roberto D'Agostino, ma potrebbe aver direttamente attinto a quel materiale per mostrare la Roma cafona, capitale dei party e di Dagospia.
Il fotografo, sfogandosi sulle pagine del magazine, ha affermato: "Nei miei libri c'è la storia del Paese. Io sono un critico di costume. Sorrentino è un regista, se ha condiviso delle idee non ci posso far niente, le idee sono libere. Ma se nel film ci sono immagini che richiamano i miei libri, saranno cavoli amari. Ho già parlato con un esperto di diritto d'autore. Quello che ho realizzato su Roma è un'opera d'ingegno, mica una cronachetta e basta".
Ma c'è dell'altro, forse ancora più grave: sembra infatti che alcune signore, poi contattate da Pizzi, abbiano visto Sorrentino con in mano il libro del fotografo pieno di post-it gialli.
Nel frattempo, due sono le critiche uscite al momento (rompendo l'embargo), ovviamente opposte. Premiere assegna 3 stelle su 4 al lungometraggio, definendo "geniale l'interpretazione di Servillo, efficace il ritratto tra il malinconico e l'amaro dell'Italia, e concludendo che La grande bellezza è sotto i nostri occhi". Cahiers du cinema, invece, sostiene che "Paolo Sorrentino sia un invitato invadente, e che i suoi personaggi sono tutti uguali, tutti grotteschi. Il paragone con Fellini è una triste confusione".
Opinione, questa, contraria a quanto scritto su Variety e The Hollywood Reporter, visto che entrambi inseriscono il film nella top 10. Un ottimo risultato, se si considera che la Francia lo ha stroncato subito, come succede ogni volta con un lungometraggio made in Italy.