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Festival di Roma 2011: “La Kryptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo (in Concorso)

Creato il 03 novembre 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Festival di Roma 2011: “La Kryptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo (in Concorso)

 

Quarto italiano in concorso al Festival capitolino preceduto da Il Mio domani (Spada), Il paese delle spose infelici (Mezzapesa), Il cuore grande delle ragazze (Avati), il film opera prima di Ivan Cotroneo-regista dal titolo La kryptonite nella borsa è una commedia ben orchestrata. Cotroneo, sceneggiatore di Chimera (di Pappi Corsicato), Paz! (di Renato De Maria), Io sono l’amore (di Luca Guadagnino), Mine Vaganti (di Ferzan Ozpetek) imbraccia la macchina da presa per un esordio registico atteso e apprezzabile. La matrice narrativa di partenza è il romanzo dall’omonimo titolo scritto nel 2007 ed edito da Bompiani, uno dei cinque firmati da Cotroneo.

La storia scorre lungo i ruggenti anni ’70, quando il rock in tutte le sue declinazioni domina la scena musicale: Ziggy Stardust/David Bowie e l’iguana Iggy Pop infiammano le folle, le femministe combattono le battaglie per rivendicare diritti e libertà, esplode l’uso di droghe allucinogene, la subcultura hippie è un modus vivendi imperante, l’omosessualità non vuole più essere un tabù. Tracce del subbuglio culturale in atto nel panorama internazionale si affacciano timide anche in una Napoli chiusa nella sua arretratezza. Questo è il contesto in cui prende vita la storia di Peppino (Luigi Catani), un bambino di nove anni nascosto dietro un paio di occhialoni da vista, diverso dai suoi amici, cresciuto in una famiglia sgangherata composta da un padre fedifrago (Luca Zingaretti), una madre (Valeria Golino) rinchiusa in un indecifrabile silenzio, dai due zii Titina (Cristina Capotondi) e Salvatore (Libero De Rienzo), ferventi figli dei fiori che sognano di vivere liberi di essere a Londra, dal cugino Gennaro (Vincenzo Nemolato), convinto di essere l’invincibile Superman, debole solo dinanzi alla kryptonite. Tutti i componenti di casa Sansone hanno una storia da vivere e da raccontarci attraverso gli occhi di Peppino.

Con La Kryptonite nella borsa la commedia tricolore subisce uno scossone significativo e auspicato. Cotroneo dimostra di tenere testa alla varietà tematica messa nel pentolone, si rivela regista coerente e ingegnoso, armonizzando tecnica e creatività senza stonature. Se la storia recente ci ha regalato perle cinematografiche sempre più sporadiche, con il debutto cinematografico di Cotroneo si riaccende la speranza di un’esperienza filmica in grado di far ridere, evitando di ricorrere ai cliché più beceri, e di tornare a casa con qualche spunto di riflessione. Dietro ai toni leggeri della commedia, macchiati da punte di surrealismo e istantanee visionarie, si apre uno squarcio sulla società napoletana dell’epoca. Ogni personaggio è un colore del momento storico-culturale immortalato, sebbene l’intreccio ruoti intorno alla storia d’amore in crisi tra i genitori di Peppino. Per Rosaria/Valeria Golino è arrivato il momento di avviare la propria rivoluzione individuale, e per Antonio/Luca Zingaretti è ora di riflettere sui suoi continui tradimenti e di cambiare. Mentre gli adulti provano a rimettere in moto un meccanismo inceppato, Peppino viene iniziato alla vita dagli zii e guidato dagli insegnamenti di Gennaro, morto in un incidente e diventato un angelo custode sui generis pronto a dispensare consigli per preparare il cugino alla ‘diversità’. Tra sketch dal gusto agrodolce, stravaganti trovate visive, come quella delle tre madri sul podio, ribaltamenti e rivelazioni esilaranti, i personaggi emergono in tutta la loro tenera originalità supportati da un corpo attoriale convincente (si lascia apprezzare per la piccola parte dello psicoterapeuta anche Fabrizio Gifuni). Vale la pena concedere a questa commedia vintage una possibilità, riponendo in Cotroneo grande fiducia per il  prossimo lavoro di regia.

Francesca Vantaggiato

Festival di Roma 2011: “La Kryptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo (in Concorso)
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