Quale gioia e gaudio! Il Festival del Cinema di Venezia è cominciato! Se anche a voi come me non ve ne strafrega dei film in concorso ma siete interessate solo ed esclusivamente dei red carpet questo è il posto per voi. Tra uno e scatolone e l'altro per il mio immediato trasloco (chi mi segue su Twitter sa di cosa parlo) mi sono fermata ad osservare le prime immagini della serata dell'inaugurazione. Rimane ancora inspiegabile come un film di Ezio Greggio sia riuscito anche solo ad arrivarci a Venezia (e non sia affogato prima) e preferisco considerare l'inizio del Festival con la proiezione del primo film in concorso, Le Idi di Marzo, di Clooney. In un rinculo dagli anni '90 è comparsa sul tappeto rosso Cindy Crawford, colei che credevamo dispersa nel paradiso delle modelle insieme a Elle Macpherson e Christy Turlington.
Diane Kruger si è presentata senza l'unico accessorio con cui la vorremmo sempre vedere, Joshua Jackson. Almeno con lui le sue spalle teutoniche sarebbero passate in secondo piano. L'abito è splendido, Elie Saab sa fare il suo mestiere, ma non è adatto alla sua corporatura. Non capisco queste dive di oggi (Emma Watson, Charlotte Casiraghi, Charlene Wittstock) come facciano a coltivarsi queste spallone che fanno invidia alla sempre sobria ed elegante Federica Pellegrini ma a giudicare dall'ultima estate avere le spallone is the new black. Ora, sono certa che qualcuno arriverà qua facendo qualche bislacca ricerca su Google e verrà a dire a me 'faccia da culo ci sei tu' come già successo, ve lo dico chiaramente: la Diane è 'na figa da paura. Ma con quel mascellone e quelle spalle dovrebbe imparare a scegliersi meglio le mise da red carpet. E portare Pacey, dettaglio fondamentale che determinerebbe anche la mia indulgenza plenaria.
Evan Rachel Wood come tutti sapete è famosa per.... per.... per..... per cosa è famosa? Ah già, per essere stata con Marilyn Manson.
Wow.
Infatti la somiglianza con l'ex moglie di Manson, Dita Von Teese è appena percettibile, nevvero? Se non fosse per lei si potrebbe dichiarare concluso il trend del bianco di sera che tanto mi ha urticato gli occhi questa stagione. L'abito è discutibile per una serata così importante: uno scamiciato di shantung che pare cotone, un raccolto che fatica a ringiovanirla (24, no dico 24 anni) e dei sandali che si rivelano la scelta meno peggio tra tutte quelle che poteva fare. Miley Cyrus si veste meglio.
Le nostre dive nazionali invece non deludono mai quanto a cattivo gusto. Gente come Tiziana Rocca e Valeria Marini in eventi come questi sono fastidiose come i filetti della pesca quando ti si infilano tra i denti. L'ultimo film con Valeria Marini di cui si è parlato è del 2004, dovrebbe averla capita ormai che l'unica cosa sensata da fare sarebbe quella di ritirarsi in esilio volontario come Mina. Invece no, delizia ancora le passerelle nostrane con mise sconvolgenti come questa:
Tiziana Rocca (che insieme al marito Giulio Base fanno la coppia più inutile del cinema) sono anni che millanta di essere una PR ma a me lei ha sempre dato la sensazione di essere un'imbucata. Una di quelle che s'imbuca alle feste, s'imbuca ai festival, s'imbuca sullo yacht di questo e di quell'altro. Non si sa cosa abbia fatto, quali pubbliche relazioni abbia mai intrecciato, ma in cambio ci sono mille mila foto di lei con un calice di champagne in mano. Avesse la decenza di essere discreta la sua condotta potrebbe anche essere ammissibile, ma lei ama stupire al pari di Marina Ripa di Meana. Ecco quindi che si presenta con un abito ricavato dall'ultimo numero de 'La Settimana Enigmistica'.
Matilde Brandi. E chi è, mi chiedono qua in ufficio. Una del Bagaglino rispondo io, come se questo bastasse per giustificarla. In realtà ha alle sue spalle una carriera ben più onorevole come ballerina (erano i tempi di Buona Domenica, della Cuccarini, di Columbro e dei grandi balletti del pomeriggio che io registravo per poi riprodurre nel salotto di casa come un fagottolo di grasso che sbatteva contro divani e poltrone) ma è passata alla storia (vabbhè) solo per il Bagaglino.
Ecco poi un'altra prezzemolina, che in inglese si dice socialite, famosa per il suo cognome e per il suo fidanzato che è pure sua cugino. Giambattista Valli questa volta delude: il leopardato difficilmente riesce ad essere di classe, tanto meno se vanta pure delle applicazioni che sembrano rubate da un pollaio. Avrei preferito i capelli raccolti e una pochette più minimal. E un sorriso che, di tanto in tanto, non le farebbe male.
Violante Placido è la nongiovane di Venezia. A 35 anni ne dimostra almeno una decina di più. Alberta Ferretti fa meravigliosi abiti da dea ma non fa miracoli. Violanete ha esordito nel film 'Jack Frusciante è uscito dal gruppo' e la cosa più memorabile che ha fatto in seguito è stato il biopic su Moana. Da quel momento si è volutamente inchiodata all'immagine da wannabe sexy fatalona, con scarso successo a quanto pare (ma sono certa che Mark Darcy apprezzerebbe quella culotte). Infine il raggio di luce su Venezia, l'unica chapeau della serata: Vittoria Puccini.
Degna madrina del Festival per curriculum e bellezza, è dotata di un'eleganza innata. La sua bellezza è delicata e trasparente, sembra una ninfa. Finora non ne ha sbagliata una: dal photocall al lido al red carpet serale.
Non riesco a trovarle difetti, nemmeno sforzandomi, è un angelo. Forse uno sì: Alessandro Preziosi. Meriti di meglio amica.