C’È BISOGNO DI STREET ART, è la dichiarazione dell’edizione 2013 del festival Alterazioni promosso dall’associazione ARTQ. Da Roma risponde la 999 Gallery con un trio d’assi: Borondo; Romeo e Sbagliato. Arcidosso, in provincia di Grosseto diventa un “museo a cielo aperto” così lo definisce l’artista Michele Guidarini, uno degli organizzatori del festival di Arcidosso, comune toscano che è stato ridisegnato con visioni e prospettive nuove anche da: JB Rock; Lucamaleonte e Cristian Sonda.
© Club Fotografico Circolo Di Confusione e Lorenzo Gallitto di The Blind Eye Factory
Le alterazioni artistiche si sono sviluppate per tutto il mese di luglio e sono esplose dal 26 al 28 in piazza Cavallotti, ai piedi del castello Aldobrandesco con la musica del partner della quarta edizione: Arezzo Wave Love Festival. Anche l’interno del castello medioevale è stato invaso dall’arte: la collettiva Uomo e natura tra spirito e follia, dominio e creazione rimarrà aperta al pubblico fino all’1 settembre. Un titolo veramente azzeccato per la mostra ospite nel paese che diede i natali a David Lazzaretti.
Rocca di David Lazzaretti, foto di Rossana Calbi
Un personaggio di tutto rispetto: scomunicato e messo all’indice dal Sant’Uffizio, finito sulla copertina dei Baustelle come il rappresentate de I Mistici dell’Occidente e tra gli studi di illustri storici come Gramsci. Lombroso, invece, ne studiò le spoglie, per l’antropologo criminale la morfologia del mistico era indicativa di follia criminale ma San Giovanni Bosco ne riconobbe il valore etico e nonostante fosse riconosciuto come ribelle, gli diede ospitalità. Sull’altura più meridionale dell’Amiata, il monte che sovrasta Arcidosso, si trova una rocca costruita dal profeta della Chiesa giurisdavidica.
illustrazione di Cinzia Bardelli per Effigi
Il suo volto, intravisto sulle copertine delle pubblicazioni della casa editrice Effigi del bookshop del castello Aldobrandesco, è un mistero svelato da Cinzia Bardelli, pittrice, illustratrice, scultrice e ottima cuoca che parla del suo conterraneo con palese orgoglio mentre si affanna dando suggerimenti su come scoprire la sua terra. “Devi assolutamente visitare il Giardino di Daniel Spoerri, da ragazzina rubai dal laboratorio del liceo le ossa di un coniglio e gliele donai, lui è un personaggio fantastico, di quelle ossa ne fece un’opera d’arte. Metti le scarpe basse e vai a vedere le sue folli sculture”.Non si può rendere l’intonazione toscana e schietta della Bardelli, nella sua voce un imperativo categorico e negli occhi un ricordo di meraviglia. Quel consiglio arrivò in modo sottile ma preciso, come quando si gusta la panzanella toscana riconoscendo nella pastosità del pane la delicatezza dell’olio di quella terra. Per visitare il Giardino di Daniel Spoerri ci si deve spostare verso Seggiano, sempre in provincia di Grosseto, nelle cui vicinanze l’artista di origine rumena, Daniel Spoerri comprò nel 1990 un terreno che trasformò in un giardino dedicato all’arte contemporanea.giardino di Daniel Spoerri, foto di Rossana Calbi
La definizione di giardino è veramente limitante, sono sedici ettari di terra arsa dalla calura in cui si devono scoprire le sculture di oltre cinquanta artisti disseminate in questo parco aperto al pubblico dal 1997.Iniziò la sua carriera nel mondo dell’arte come ballerino, per poi dedicarsi ala poesia, alla pittura e alla scultura e dopo aver girato mezz’Europa, Spoerri decise che la campagna toscana poteva diventare lo spazio adatto per le sculture di suoi colleghi e amici. Tra le sue molteplici attività non escluse la ristorazione passione che spiega la sua ultima opera, che ha trovato spazio nel giardino: Reperto del quadro trappola, scultura in bronzo del 2010. Ultima delle centoquattro opere presenti nel giardino, è, in realtà, uno dei lavori vecchi di Spoerri, nel 1983 lo scultore sotterrò una tavola imbandita, un’intera tavola di quaranta metri, uno dei pezzi con i suppellettili rimasti più o meno integri è stato recuperato lo scorso anno e fuso nel bronzo. L’ex ballerino cristallizza un attimo, vive l’arte nella quotidianità, la mangia, la consuma e la ferma nel bronzo. Spoerri la definisce Eat-Art. Un’arte consumata e trasformata in un ricordo offerto come un buon pranzo ai commensali che tra i profumi della malva e delle altre piante aromatiche del giardino dopo la scarpinata di appetito ne accumulano parecchio.Un ricordo della creatività della cucina di quella terra la si riscopre nel blog della Bardelli, che dopo aver realizzato meravigliose terracotte e immaginato donne dalla bellezza poetica, inventa ricette che guardano alla tradizione con l’ingrediente che rende anche la sua arte unica: la genuinità.©Club Fotografico Circolo Di Confusione e Lorenzo Gallitto di The Blind Eye Factory
Link di riferimento:
Il festival Alterazioni: www.artq.it/aterazioni-2013David Lazzaretti su edizioni Effigi: www.cpadver-effigi.comGli orari di apertura del Giardino di Spoerri: www.danielspoerri.orgCinzia Bardelli: www.terrediluna.com e www.comelosafarelei.it
Rossana Calbi
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