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Festival, premi e presentazioni: il caldo giugno di Autodafé

Creato il 31 maggio 2012 da Autodafe

di Cristiano Abbadessa

Manca meno di una settimana all’apertura del primo festival della letteratura a Milano, che come ormai sapete ci vede tra i promotori e che andrà in scena dal 6 al 10 giugno. Sul calendario del festival potrete fissare le date dei cinque eventi che vedono direttamente protagonisti i nostri autori, ben distribuiti nelle varie giornate, e quelli che un po’ tangenzialmente ci coinvolgono. Ma la nostra speranza è che vi appuntiate anche altri incontri di vostro interesse, non importa quali, e che non facciate mancare la vostra assidua presenza. Perché, l’ho già detto ma ci tengo a ribadirlo, questo festival nato dal basso non è per noi una semplice occasione per fare un po’ di passerella o mettere in scena qualche evento ben riuscito, quanto piuttosto il tentativo di mostrare la vitalità e la capacità di costruire da parte di una galassia di attori del mondo editoriale affini per interessi, sensibilità e obiettivi. E il buon funzionamento della kermesse, il suo successo e la sua visibilità possono (debbono) diventare il punto di partenza per costruire una rete relazionale che renda più visibili e attivi i protagonisti all’interno del panorama letterario.
Intanto, un nuovo riconoscimento alla qualità delle opere da noi pubblicate ci giunge da Roma. Daniele Trovato, con il suo Ali e corazza, si è classificato secondo, nella sezione riservata alle opere edite di narrativa, nel premio letterario “Scriviamo insieme”, organizzato dall’associazione culturale omonima e patrocinato dalla Provincia di Roma (Giordano Boscolo, con Le nausee di Darwin, è entrato a sua volta nella rosa dei finalisti). Un premio nuovo e perciò forse non ancora notissimo, che ha raccolto comunque quasi 400 partecipanti e che ha visto allinearsi, nella sezione in cui concorrevano i nostri due romanzi, anche editori di medio calibro e di buona storia, certo più conosciuti di noi ma, in questo caso, messi in fila alle nostre spalle (e mi perdonerete il linguaggio agonistico). Una conferma, in ogni caso, del valore delle scelte letterarie che abbiamo fatto e della qualità dei nostri autori e delle loro opere; oserei dire una ennesima conferma, come capita spesso quando il giudizio o la “competizione” riguarda esclusivamente l’opera in sé, allineando i concorrenti sullo stesso piano senza condizionamenti e preconcetti.
Proprio il romanzo di Daniele Trovato è stato presentato l’altra sera a Milano, nell’ormai familiare tana del Balubà Café. Prima uscita milanese in proprio per il nostro autore romano (già presente alla festa di febbraio, nella quale però non si presentavano opere), e di conseguenza un pubblico composito: c’era chi già aveva comprato e letto il libro, chi ne aveva sentito parlare e magari ne aveva visto qualche recensione, chi invece veniva a scoprire qualcosa di totalmente ignoto. Ne è perciò scaturita una presentazione vivace, articolata, con scambi di opinioni e una buona partecipazione del pubblico: utile momento di confronto per chi il libro lo conosceva (anche per chi lo aveva scritto, ovviamente) e suggestiva apertura di scenari per chi invece poco ne sapeva.

Festival, premi e presentazioni: il caldo giugno di Autodafé

Sulla funzione, anche per la casa editrice, di presentazioni di questo tipo mi vorrei soffermare. Perché ritengo che, per il mio stesso ruolo, rappresentino un momento insostituibile di confronto tra le motivazioni che inducono un editore a determinate scelte e la percezione che il pubblico dei lettori ha dell’opera pubblicata; e lo scambio di opinioni, mettendo a confronto autore, editore e lettori, permette di capire meglio le chiavi interpretative, le sensibilità, la capacità di trasmettere pensieri ed emozioni, oltre a rappresentare una finestra aperta sui gusti e le propensioni dei lettori. È vero che una funzione simile viene svolta dalle recensioni, ma va detto che il recensore, anche non professionale, mette nel proprio lavoro sempre un pizzico di inevitabile narcisismo, che è connesso al ruolo; per cui il recensore si deve preoccupare a sua volta di essere chiaro e “bravo” nel mostrare agli altri ciò che di un libro ha colto, apprezzandolo o meno. Il lettore che prende la parola nel contesto di una presentazione trasmette sensazioni più spontanee, più basiche, talvolta cariche di dubbi che non intende neppure nascondere ma che, complice la presenza dell’autore, vuole semmai chiarirsi. Ne nasce, quindi, quel fertile scambio utile a tutti di cui parlavo; e utilissimo all’editore, dicevo, perché gli consente di avere un ritorno sui criteri di scelta adottati e sulla comunicazione adottata per quel determinato titolo.
Considerando i tanti appuntamenti che ci attendono a breve, sono convinto che non mancheranno altre fertili occasioni di confronto.


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