Una delle tavolette contenente le maledizioni
Sono state trovate due maledizioni indirizzate attraverso l'utilizzo delle figure di due serpenti, destinate l'una ad un senatore l'altra ad un veterinario dell'età romana. Questo è quanto ha affermato un ricercatore spagnolo che si è appena cimentato nella decifrazione di ben 1600 maledizioni.Entrambe le tavolette contenenti le maledizioni presentano anche la raffigurazione di una divinità femminile, forse la dea greca Ecate, raffigurata con serpenti al posto dei capelli. Entrambe le maledizioni contengono, inoltre, invocazioni simili a quelle che si indirizzavano alla ferale divinità che presiedeva agli incroci.Le tavolette sono entrambe scritte in latino su un foglio sottile di piombo e sarebbero state incise da due persone diverse all'epoca del tardo impero romano. Sono state scoperte nel 2009 nei pressi del Museo Civico Archeologico di Bologna che le aveva acquistate circa un secolo prima. Gli archeologi non conoscono ancora l'origine precisa delle tavolette, ma sanno esattamente a chi erano dirette le maledizioni. Celia Sànchez Natalìas, che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso l'Università di Saragozza, ha spiegato che nel mondo di coloro che si servivano di queste maledizioni, vi era una cura particolare nell'individuare esattamente il soggetto da colpire. In questo caso si tratterebbe di un senatore, tal Festus, e di un veterinario di nome - ironia della sorte - Porcello. L'iconografia della tavoletta riguardante il veterinario mostra un Porcello mummificato, le braccia conserte e il nome inciso su entrambe le braccia.