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Verde peperone perchè questo profumato ortaggio, il cui colore deriva dal fatto che è acerbo, profuma inconfondibilmente il ragù vegetale.
E' forse il colore di peperone che amo di più, apprezzo il suo sapore erbaceo, poco dolce, così caratteristico.
Per addolcirlo ho preparato il classico soffritto misto di verdure da ragù, sedano, carota e scalogno al posto della cipolla, meno pungente e più delicato.
Giusto un pugno di pomodorini ciliegia e un po' di passata ristretta fatta da me per dare umidità e acidità oltre che per ammorbidire la salsa.
Uno zic di peperoncino per rivitalizzare e nel piatto, a sciogliersi col calore della pasta, qualche filetto di scamorza bianca che regala la sua salinità.
Quando si è trattato di scegliere la pasta da accompagnare, la scelta è caduta su fettuccine all'uovo, che apprezzo particolarmente coi sughi vegetali.
Scolate all'extra dente e ripassate nella padella del sugo con un po' della loro acqua di cottura non si incollano e danno fragranza al piatto.
Fragranza ricercata anche nel vino da abbinare, la scelta è caduta su un rosso non troppo rosso, una delicata Schiava dell'A.A., per niente tannica ma con un suo carattere specifico che sta benissimo con il mix di verdure. Gumphof la fa in modo egregio, la cura con amore come fa con tutti i suoi vini.
Un saluto affettuoso a Markus... ci aspetterà fra pochi giorni al Merano Wine Festival, ma per questa volta siamo costretti a disertare questa famosa vetrina internazionale.
Dosi per 4
250 g fettuccine all'uovo
1 peperone verde
1 carota
1 ciuffo di foglie di sedano
1 scalogno
6/8 pomodorini
100 g salsa pomodoro ristretta
peperoncino, maggiorana
olio evo
sale
scamorza bianca
Pulisco le verdure e affetto sottile lo scalogno mentre trito a dadini tutte le altre.
Scaldo un po' d'olio in una grande padella e soffriggo scalogno, sedano e carota, sfumo con un goccio d'acqua e dopo circa 5' metto il peperone, i pomodori e la salsa. Condisco con un pizzico di sale e di peperoncino e qualche fogliolina di maggiorana.
Lascio stufare per altri 5' bagnando con un altro goccio d'acqua di cottura della pasta. I peperoni devono rimanere croccanti.
Lesso molto al dente le fettuccine, le scolo e le faccio saltare nella padella col ragù, smuovendola.
Impiatto e servo con la scamorza a filetti.
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COMMENTI (1)
Inviato il 01 novembre a 12:06
LA STORIA DI ALFREDO DI LELIO E DELLE SUE “FETTUCCINE ALL’ALFREDO” NOTE IN TUTTO IL MONDO Siamo i nipoti di Alfredo Di Lelio, creatore delle fettuccine all’Alfredo. Vi raccontiamo la storia di nostro nonno. Alfredo Di Lelio aprì il ristorante “Alfredo” nel 1914 in un locale del centro di Roma, dopo aver lasciato il suo primo ristorante condotto con la madre Angelina a Piazza Rosa (piazza scomparsa nel 1910 a seguito della costruzione della Galleria Colonna/Sordi). In tale locale si diffuse la fama, prima a Roma e poi nel mondo, delle “fettuccine all’Alfredo”. Nel 1943, durante la guerra, Di Lelio cedette il ristorante a 2 suoi collaboratori. Nel 1950 Alfredo Di Lelio decise di riaprire con il figlio Armando (Alfredo II) il suo ristorante a Piazza Augusto Imperatore n.30 “Il Vero Alfredo”, che è gestito oggi dal nipote Alfredo (lo stesso nome del nonno), con l’aiuto di sua sorella Ines (lo stesso nome della nonna, moglie di Alfredo Di Lelio, cui furono dedicate le fettuccine). Il Ristorante di Piazza Augusto Imperatore è, quindi, quello che segue la tradizione familiare di Alfredo Di Lelio e delle sue note fettuccine (cfr. anche il sito di Il Vero Alfredo - www. alfredo-roma.it). Il Ristorante "Il Vero Alfredo" è registrato nell'Albo dei "Negozi storici di eccellenza - sezione Attività storiche" di Roma Capitale. Precisiamo che altri Ristoranti "Alfredo" a Roma ed in Italia non appartegono alla nostra tradizione familiare. Cordiali saluti Alfredo e Ines Di Lelio