Da alcuni giorni i grillini Fvg, in particolare la consigliere regionale Elena Frattolin, sostengono in sintesi l’inutilità della spesa per l’insegnamento del friulano nelle scuole, tanto che nella manovrina estiva avrebbero voluto dirottare pro disabili quei fondi (ignobile populismo, ma sono i grillini, non Spadolini).
Come sanno gli aficionados del gabbianone, qui si mescola l’opinione alla verità. E la verità è che la lobby friulana ha goduto di un vergognoso profluvio di risorse. Sì ma la 482, la 433, la 352, ma basta! Vergognoso profluvio di risorse senza nessuna verifica di quanto con quei contributi pubblici è stato realizzato. Vergognoso profluvio di risorse, perché siamo in modalità repetita.
I grillini, si sa, non sono precisissimi. Divagano. Ma il senso è corretto: stop ai soldi alla lobby friulanista perché la lobby friulanista ne ha avuti già abbastanza fino al 3000. Evidente al mondo che la tutela di una lingua è doverosa, doverosa! Ma su questa ovvietà hanno prosperato e prosperano millanta associazioni e media beneficiati dal 433.
Il noto dizionario bilengal, ce robis, è costato oltre 1 milione di euro. Basterebbe questo, per alzare un altissimo «andate a lavorare». L’ora di friulano nelle scuole (insegnata da non madrelingua) è parimenti inutile ma contribuisce al profluvio. Totalmente inutile esattamente come le due ore di ginnastica (il doppio) che non alterano in nessuna misura la percentuale di ciccioni. Anzi, disastro maximo, aumentano il popolo dei pallavolisti.
Io nulla so di friulano. Lo capisco non diversamente dal venetoide, ma lo parlo non diversamente dall’ugrofinnico. Eppure nell’università friulana voluta dal popolo ma incamerata dai friulanisti mi hanno dotato di un 30. Senza che sapessi fevelà. La lobby stava crescendo. La laurea, un po’ alla Giannino, in Albania?