Freddo e vento. Ieri sera sembrava arrivata qui a Vicenza la bora di Trieste. Che però ha spazzato via le nuvole, deve aver fatto qualche danno alle linee elettriche (due vie che fiancheggiano la mia sono rimaste senza illuminazione – bella però la città al buio), ha aperto il cielo alla luna e alle stelle. E infine l’acqua del Bacchiglione si è alzata – non ai livelli di guardia però. Ma soprattutto, non ho ancora fatto niente nell’orto! Sono pigro come un bradipo, e questa volta la colpa è del freddo!
Non mi sbagliavo sulla primavera che si fa attendere. Un mio amico che ha un vivaio, dati alla mano, mi dice: «Rispetto allo scorso anno, stesso mese, ho fatturato la metà».
Le stagioni sono tutte uguali e tutte diverse! Ricordatelo. E non ditemi che sono sempre gli stessi discorsi del neofita giardiniere! Quest’anno la primavera si fa attendere. Ma gli indizi del risveglio ci sono, eccome.
E nel mio orto assopito si accende una nota gialla.
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