Magazine Cinema
Regia: Anthony C. Ferrante
Sceneggiatura: Jose Prendes
Interpreti principali: Dee Wallace, Stephanie Greco, Brent Lydic, Jasper Cole
Casa di produzione: The Asylum
Descrizione: Altolà Fratelli Grimm, dove credete di andare? Mancavate solo voi all'appello del terribile saccheggio cinematografico!!
Hansel e Gretel sono due fratelli gemelli dal carattere opposto ma accomunati da un grande affetto reciproco. Mentre Gretel lavora come commessa in una pasticceria del paese, Hansel è un ragazzo più nullafacente con scarsi risultati scolastici che tiene occupati corpo e mente con lunghe sessioni ai videogiochi e grandi scorpacciate di caramelle e dolciumi. Quando il padre dei due annuncia loro di volersi risposare, dopo la scomparsa della madre biologica, e di volersi trasferire in un'altra città, Hansel non la manda giù e scappa in una foresta nei dintorni. Gretel, per cercare di confortarlo e farlo ragionare, lo segue...
Cosa succede quando si annuncia un nuovo progetto cinematografico molto tempo prima di iniziarne le riprese ? Che la Asylum, famigerata casa di produzione cinematografica che con budget irrilevanti realizza in quattro e quattr'otto pellicole che richiamano (o sbeffeggiano?) recenti successi (presunti o reali) al botteghino, ci mette subito lo zampino e non perde l'occasione di poter guadagnare sulla scia delle tendenze altrui creando però (e questo bisogna riconoscerlo) opere dai contenuti quantomeno originali con pochi punti di attinenza con la fonte iniziale di ispirazione. Per chi non lo sapesse, questo ritrovato interesse per la fiaba di Hansel e Gretel è partito dal regista norvegese Tommy Wirkola, divenuto popolare grazie a Dead Snow e ai suoi immarcescibili zombies nazisti, quando dichiarò di voler dare un fantasioso seguito alle gesta dei due fratelli, immaginandoli nel ruolo di due adulti e cazzuti cacciatori di streghe. Questa idea piuttosto originale è sembrata appetibile a molti e non è esagerato dire che ha fatto scaturire una vera e propria Hansel e Gretel mania: basti guardare all'ondata di titoli usciti di recente tutti ispirati all'opera dei fratelli Grimm come Hansel & Gretel get baked oppure Hansel & Gretel: warriors of Witchcraft, quest'ultimo diretto dal temibile David Decouteau (l'aggettivo è comprensibile a chi ha avuto già modo di conoscere il regista in questione, incontri da non dimenticare). Se per alcuni questa realtà potrebbe essere lo specchio di un'evidente disperazione nel trovare proposte alternative da convertire in film, al sottoscritto non dispiace poi così tanto vedere tante rielaborazioni sullo stesso tema, anche perchè non è detto che il detentore dell'intuizione originale sia poi capace di sfruttarla in tutto il suo potenziale. E comunque, per evitarci inutili perdite di tempo, ci vengono in aiuto i mai tanto lodati trailer, utilissimi in situazioni del genere e grazie ai quali sono stato persuaso a sufficienza per addentrarmi nella visione di questo film.
Per levarci subito il dente avvelenato, l'ultima fatica di Ferrante è un modesto horror teenageriale, senza elementi di rilievo che potrebbero renderlo memorabile nel tempo, ma comunque migliore rispetto ad un Wrong Turn 5 (davvero il punto più basso mai toccato dalla serie), per citare un esponente meritevole di una cestinatura anticipata. Contiene sì caratteristiche fiabesche che lo rendono un po' più particolare alla concorrenza, tipo il negozio di dolciumi dove lavora Gretel, il forno in cui vengono cucinate le prede umane dopo averle fatte ingrassare per benino, la strega doppio-giochista (interpretata da una Dee Wallace decisamente in parte), ma queste non sono sufficienti per elevarlo dai banali canoni e risvolti dei teen horror americani. Ad essere sinceri è pure recitato bene, per quel che serve, e gli effetti splatter sono nella norma, ma nulla che non sia stato già visto e apprezzato in opere precedenti. E' triste pensare anche che per conferirgli quel minimo di freschezza e novità, gli autori abbiano dovuto riesumare una fiaba sempre inquietante ma che rimane comunque antica, per non parlare del controsenso che suscita un simile accostamento.
Ad ogni modo il riadattamento della storia ai giorni nostri, per quanto rischioso, si può definire riuscito e gli elementi fiabeschi, come detto in precedenza, sono tutti presenti, al costo però di una banalizzazione verso territori cannibalistici (non mancano i redneck figli e scagnozzi della strega dediti alla preparazione delle fresche carni giovanili). Le connotazioni magiche della storia di partenza ritornano sottoforma diversa, sebbene in maniera più sottile, ma probabilmente un migliore sfruttamento delle stesse avrebbero reso la sceneggiatura meno impersonale rispetto al risultato finale. Insomma si poteva fare di più, ma si sarebbe potuto senza dubbio fare di peggio e, considerando il pressing in cui vengono realizzate le pellicole Asylum, le lamentele appaiono fuori luogo. Mi sentirei di consigliare Hansel & Gretel non a chi ha la puzza sotto il naso e che fa di ogni minimo difetto del film una palla demolitrice per distruggerlo, bensì ai più curiosi e chi ha bisogno di ritrovare l'appetito perso, vista la considerevole quantità di prelibatezze ricche di saccarosio che passano di fronte alle telecamere. Chissà, magari in questo senso, il film potrebbe rivelarsi miracoloso...
IN BREVE:
+ riuscita rielaborazione di un classico delle fiabe;
+ ottimo impiego degli esigui mezzi a disposizione.
- sempre la stessa solfa narrativa;
- avrebbe beneficiato di qualche diversione più magica.
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