FIAT, Italia (una volta…)

Creato il 13 gennaio 2011 da Palotto

Ma cosa si guarda quando si compra un’automobile?

Vediamo: il costo? Il consumo di carburante? La bellezza e la praticità del modello? Gli accessori?

O c’è qualcuno che chiede al concessionario il contratto di lavoro dei dipendenti della casa automobilistica???! (Oddio, forse bisognerebbe incominciare a farlo. Magari non tanto per le automobili quanto per altri  generi di consumo, es. abbigliamento, giocattoli…. dove si finirebbe per scoprire che certi prezzi imbattibili si reggono solo e soltanto su condizioni di lavoro schiavistiche, sullo sfruttamento dei bambini, sull’inquinamento senza regole e ad altre consimili amenità. Comunque, in genere, non si indaga.).

Ora, sembra che ai dipendenti Fiat di Pomigliano e di Mirafiori (gli altri seguiranno) sia richiesto di peggiorare drasticamente le loro condizioni di lavoro se vogliono mantenere il posto. Ma il loro posto dipende dal  fatto di produrre buone auto, buoni modelli, che trovino facilmente degli acquirenti sul mercato. E agli acquirenti, come dicevamo, interessa che il prodotto (automobile) sia valido. Nel bene o nel male, le pause diminuite, i ritmi aumentati alla catena di montaggio, i turni che sconvolgono la vita familiare e personale, la maggior stanchezza che rende più facile prendere le dita nelle presse, non entrano nella considerazione della clientela e non determinano  automaticamente un aumento delle vendite e degli utili.

E’ comprensibile che un amministratore delegato metta sul piatto l’esigenza di ridurre i costi o aumentare la produttività, per poter stare sul mercato. Intanto, però, lui dovrebbe inventarsi dei prodotti che funzionino e incontrino il favore della clientela,  altrimenti la maggior produttività rischia soltanto di aumentare le scorte invendute (e la Fiat continua ad avere cali nelle vendite). E ancora: nel momento in cui chiede sacrifici a chi guadagna poco (€ 1.100 al mese in media), dovrebbe avere la decenza di iniziare a contenere il suo super stipendio. Fatto tutto questo, si discuta pure di risparmi, razionalizzazioni, maggior utilizzo degli impianti. C’è qualcuno che si è rifiutato di farlo? Nessuno! E se ci fosse un sindacato (mettiamo la Fiom Cgil) che escogitasse delle soluzioni per ottenere gli  stessi risparmi e gli stessi incrementi di produttività che vengono richiesti, ma senza far buttare sangue agli operai, salvaguardando quanto possibile la loro salute e la loro vita, non va bene? Si è proprio assetati della sofferenza dei lavoratori?

Chissà, forse i cali nelle  vendite della Fiat hanno anche una spiegazione psicologica, un disagio degli italiani nel vedere certi atteggiamenti brutali e dittatoriali, per cui “o si fa come dico io o sei fuori”. Il vecchio Agnelli lo diceva “la Fiat non può permettersi di essere antipatica”.

I lavoratori di Mirafiori dovranno votare al referendum come se avessero la pistola puntata alla tempia: la pistola non è caricata con pallottole di piombo ma con una minaccia altrettanto pesante, lo smantellamento della fabbrica. Ecco le 2 opzioni.

SI per accettare le pesantissime condizioni di lavoro richieste, e in cambio un altro anno di cassa integrazione a 700 euro al mese e poi, se tutto va bene, se non spunterà qualche altro stabilimento extraeuropeo a fare concorrenza, arriverà qualche investimento, e si potranno assemblare i motori Crysler, perché di piani industriali per una produzione italiana non c’è l’ombra. Finché durerà, un po’ di lavoro arriva.

NO perché le condizioni richieste sembrano proprio insopportabili, e allora Marchionne chiude subito la fabbrica. Per rappresaglia. Senza aver neanche provato a trattare, a verificare se esistevano  altre soluzioni possibili che assicurassero le stesse economie richieste.  Appunto, non ci si venga a raccontare che sono le leggi dell’economia, l’economia qui non c’entra un bel niente. Saremmo curiosi di sapere se la stessa arroganza sarebbe stata possibile con al governo, per esempio, una signora Merkel. Siamo sicuri di no.

Luisa Rasero, Direttivo Camera del Lavoro di Asti e Direttivo Regionale CGIL

Sostegno dai Giovani Comunisti e dal Partito della Rifondazione Comunista/ Federazione della Sinistra alla Fiom Cgil. Puntiamo a vincere il 14, puntiamo a vincere il 28!



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