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FIAT: un preoccupante caso di Osnoblosi compulsiva

Creato il 28 giugno 2012 da Sinesthesys
Per rassicurare chi ci segue, chiariamo che nessuno intende sostenere che al mondo esista un mercato gestito da santi al quale qualcuno dovrebbe adeguarsi, men che meno nel settore automobilistico. La domanda che ci facciamo è più profonda ed inquietante: se il mercato dell'auto è così difficile per tutti, perché mai la comunicazione della Fiat dev'essere sempre e sistematicamente osnoblotica? Perché qualunque altra azienda, ovviamente straniera, sembra più etica? L'Italia, paese che ha sempre finanziato di tasca propria l'inettitudine storica dei manager della casa torinese, non meriterebbe un trattamento più rispettoso?
Solo qualche piccolo esempio per riflettere:
1) Nel 2010 c'è stata la campagna pubblicitaria "compri oggi, paghi nel 2012". Era vero, peccato però che la rata da affrontare risultasse raddoppiata! Persino i concessionari ne erano imbarazzati.
2) Nel 2011 c'è stata la mancata assunzione dei tesserati FIOM a Pomigliano, in seguito giustificata con un'incredibile faccia di bronzo da Paolo Rebaudengo, responsabile relazioni industriali Fiat. Guardate quest'interessantissima inchiesta: dal 23° minuto avrete la perfetta percezione di una delle più straordinarie posizioni (e facce) osnoblotiche nazionali di sempre.
3) Nel 2012 una nuova campagna pubblicitaria ingannevole: paghi la benzina 1 euro al litro ma, informazione non inferibile dai normali comunicati pubblicitari, la quantità prevista non consentirebbe nemmeno un risparmio pari al normale sconto che si otterrebbe pagando subito un'automobile nuova in contanti. Quella che i romani chiamano sola, e i giovani un'offerta-pacco.
4) Notizia di questi giorni è la sentenza che la obbliga al riassorbimento nell'organico dei tesserati FIOM di cui sopra
Davanti a una tale sequela di figure di palta e imbarazzanti smascheramenti apateporici, c'è davvero da chiedersi il perchè. E' davvero necessario che Fiat si basi su una comunicazione osnoblotica senza eccezioni? Come fanno a sopravvivere Renault e Volkswagen? E, al di là di questioni di immagine e marketing (sappiamo quanto dura la memoria degli italiani: fino alla prossima campagna promozionale), davvero si possono sottovalutare implicazioni karmiche? Cioè la vetusta casa torinese è proprio sicura che un domani non dovrà pagare, in modi che oggi non vede, la sua assoluta mancanza di etica?
Al sior Marchionne l'ardua sentenza!

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