Una sorpresa positiva, una sorpresa negativa e una in chiaroscuro escono dai Fiba Americas 2013, che l’altra sera hanno trovato la loro culminazione con la finale giocata a Caracas, in Venezuela. La squadra che ha impressionato positivamente non può che essere il Messico, capace addirittura di vincere il torneo, battendo in finale negli ultimi secondi il Porto Rico per 91-89, portandosi a casa per la prima volta della sua storia una medaglia che in questo caso è anche d’Oro. Una storia che di certo non ha reso famosa la nazionale di basket visto che l’ultima apparizione ad una manifestazione internazionale risale al 1976 alle Olimpiadi di Montréal, mentre per ritrovarli ai Mondiali si deve andare al 1974 a Porto Rico. Con questa vittoria invece la qualificazione per la Coppa del Mondo di Spagna 2014 è arrivata di diritto, rimettendo quindi la nazionale centroamericana sulla cartina geografica della pallacanestro.
I messicani dopo aver passato per secondi il girone eliminatorio con 3 vittorie e 1 sconfitta si sono addirittura imposti nella seconda fase vincendo il gruppo a 8 squadre, trovando l’Argentina in semifinale, battuta 76-70, per poi sfidare Barea e compagni per il titolo. Grande protagonista è stato Gustavo Ayon, centro che da qualche settimana ha firmato per gli Atlanta Hawks, dopo non aver trovato moltissimo spazio a Hornets, Magic e Bucks: per lui in finale sono arrivati 20 punti e 16 rimbalzi, mentre nel torneo ha viaggiato a 17.5 punti, 9.2 rimbalzi, 2.1 assist, 1.4 recuperi e 1.4 stoppate e il 58% dal campo, cifre che gli sono valse il premio di MVP dei Fiba Americas 2013. Un grande riconoscimento che nelle ultime tre edizioni aveva visto primeggiare sempre Luis Scola che quest’anno si è dovuto accontentare del premio di miglior marcatore con 18.8 punti ad uscita e della medaglia di bronzo, strappata alla Repubblica Dominicana nella finalina.
E proprio l’Argentina è la nazionale che esce in chiaroscuro dalla manifestazione perchè dopo una buona prima parte è scesa sempre più di livello, fino all’uscita nella semifinale, la cui delusione è stata parzialmente mitigata dal bronzo. Vero che Scola si è ritrovato da solo del gruppo storico, a guidare un gruppo nuovo con non tantissimo talento e poca esperienza, con il solo Campazzo che ha mostrato di essere pronto a fare il play della squadra finendo al primo posto per numero di assist serviti della competizione.
La vera sorpresa negativa invece è stata il Brasile, eliminato nella prima fase senza mai riuscire a vincere neanche una partita. Non un bellissimo segnale in ottica Olimpiadi casalinghe a Rio nel 2016, quando i verdeoro saranno chiamati a fare il salto di qualità per non deludere un’intera nazione. Il roster a disposizione di coach Magnano era di livello basso, con i soli Giovannoni (migliore dei suoi con 13.3 punti di media), Huertas (8.5), Hettsheimer (5.5) e Lopes Batista (6.5) ad avere una certa esperienza in campionati di livello, ma rimane il fatto che si tratta di una brutta figura da cercare di dimenticare il prima possibile.
Parlando a livello di singoli invece tra i migliori del torneo troviamo parecchie conoscenze europee o giocatori che militano nella NBA: detto di Ayon e Scola, i due migliori, molto bene hanno giocato anche il trio di Porto Rico formato dal “turco” Carlos Arroyo, dall’ex campione con i Mavs Josè Juan Barea e dall’indimenticato (ma forse no) a New York Renaldo Balkman. I tre hanno messo a referto rispettivamente 15.8 punti e 4.1 assist, 15.6+4.2 e 18.7+8.9 rimbalzi+2.8 recuperi trascinando letteralmente la loro nazionale e risultando decisivi anche in finale. Buona anche la prestazione di Esteban Batista, l’anno scorso all’Anadolu Efes e leader dell’Uruguay, che ha chiuso con la doppia-doppia di media da 16.8 e 10.4 rimbalzi.
Infine il Canada: si parla molto di questa nazionale in ottica futura vista la grande crescita del movimento e i tantissimi giocatori che stanno facendo il passaggio dal college alla NBA (la prima scelta di quest’anno Anthony Bennet è uno, mentre Andrew Wiggins, futuro #1 sarà un altro) o a squadre europee. A questi Fiba Americas il loro leader era Cory Joseph, che ha guadagnato spazio nelle rotazioni degli Spurs in questa stagione, ed ha chiuso a 16.1 punti e 4.4 assist; poi c’era anche il giocatore dei Cavaliers Tristan Thompson (11.6+10), Andrew Nicholson dei Magic (15.0), uno dei lunghi dei Miami Heat, Joel Anthony (3 punti e 3 rimbalzi) e l’ex Knicks Andy Rautins (9.3). Il tutto come detto aspettando l’arrivo degli altri giovani.