Ficarra e Picone, duo comico palermitano che gode ormai da anni di un consolidato successo sia televisivo che cinematografico, decidono di rimettersi in gioco tornando alle loro origini, quelle teatrali, e imbastiscono un tour estivo che li porta in giro per l’Italia. La Sicilia, loro terra di origine, non può naturalmente essere ignorata, anzi viene privilegiata con una moltitudine di date, includendo persino delle repliche; questa che segue è infatti la recensione della seconda serata, quella del 21 Luglio, svoltasi nella bellissima cornice del Teatro Antico di Taormina, che ha registrato il tutto esaurito e che, come vedremo, ha regalato sia al pubblico che agli stessi protagonisti alcuni colpi di scena. Prima che i due salgano sul palco, i presenti non possono fare a meno di notare una scenografia semplice ma essenziale: un moderno salottino con divano, tavolino e televisore, completo di… corpo morto per terra! Infatti, lo sketch di apertura è un thriller in chiave comica: Ficarra e Picone, due tecnici che aggiustano televisori, sono stati chiamati per una riparazione. Non trovano nessuno, ma, notando che la porta è aperta, decidono di entrare comunque nell’appartamento per effettuare il servizio, e solo dopo un bel po’ di tempo si accorgono che il padrone di casa giace morto per terra; da qui in poi, è tutto un susseguirsi di situazioni grottesche e di colpi di scena fino ad un inaspettato finale che chiude, tra le risate generali, il più riuscito degli sketch della serata.
Il siparietto successivo, che vede una scenografia pressoché uguale (salottino meno manichino-cadavere, che comunque risalterà fuori nelle improvvisazioni finali), ha per protagonisti un prete (Ficarra) e il suo chierichetto (Picone). La gag è permeata da un continuo scambio di battute surreali sulla vita in Chiesa: in particolare risulta comica una classifica della “raccolta offerte” che mette le varie parrocchie in competizione fra loro; il prete, inoltre, si delinea man mano come una figura fin troppo “moderna”, mentre al contrario il chierichetto si dimostra molto più puritano e tradizionalista. Il numero seguente è molto più semplice e risale agli esordi del duo: Ficarra e Picone si siedono insieme (potrebbero essere al bar o in una panchina al parco ma, considerato che noi continuiamo a vedere sempre il salottino, non importa più di tanto dove siano ma quello che dicono) e iniziano a parlare del più e del meno, toccando vari temi di attualità, fra cui alcune divertentissime considerazioni sulla politica. A questo punto, concluso lo sketch, lo spettacolo sarebbe teoricamente finito ma i due hanno voglia di improvvisare e si mettono a raccontare vari simpatici aneddoti inerenti la loro vita on the road.
In questa parte apparentemente di chiusura, Ficarra e Picone continuano a dialogare con l’auditorio, riprendendo anche alcune battute nate in precedenza dall’interazione con gli spettatori; infatti, fin dal principio dello spettacolo, ogni tanto qualcuno dagli spalti grida qualcosa ai due (“Silenzio!”, “Sei bellissimo!”, “Alza la voce che da questa parte non ti sentiamo!”), e loro più volte interrompono lo sketch per “commentare” queste invocazioni e rispondervi in modo scherzoso, facendo nascere dei veri e propri “tormentoni” che ricorrono spesso durante la serata; uno di questi, sempre assolutamente improvvisato, nasce quando due signori californiani arrivano a spettacolo abbondantemente inoltrato e sono quindi costretti a “giustificare” il ritardo. Ficarra e Picone li prendono bonariamente in giro a più riprese, ma li favoriscono nel momento in cui usano qualche espressione dialettale che cercano di tradurre in italiano rigoroso per permettere loro di capirla. Giunge il momento in cui i due mattatori vorrebbero chiudere, e lo fanno dicendo che il pubblico di Taormina, come ben sanno, è molto speciale, anche perché non ha quella cattiva abitudine di chiedere i bis… ma non fanno nemmeno in tempo a dirlo che la richiesta arriva puntuale e, ovviamente, si rassegnano a concederlo subito senza battere ciglio. Il bis, quello “programmato”, consiste in una gag in cui a Ficarra è morto lo zio e l’amico Picone lo va a trovare a casa; quest’ultimo però, essendo la prima volta che si reca da qualcuno a fare le condoglianze, non è pratico di come ci si debba comportare esattamente e di quali siano le cose giuste da dire: pertanto, inizia a fare delle domande un po’ troppo banali e a comportarsi in modo imbarazzante; lo sketch va avanti tra considerazioni pseudo-comiche sulla vita, sulla morte e sulla salute.
Da registrare che la gag viene interrotta da fuochi d’artificio che, improvvisamente, vengono sparati sul cielo sopra il Teatro Antico: anche per i due si tratta di una sorpresa e dopo varie ipotesi arrivano, aiutati dagli spettatori, alla conclusione che siano stati fatti in occasione di un matrimonio svoltosi nel pomeriggio in un vicino albergo. Le luci si spengono e tutto il pubblico si gode il suggestivo spettacolo “commentato” in diretta dal duo. Terminati i fuochi, riesce difficile riprendere lo sketch da dove è stato interrotto, e partono altre improvvisazioni in caduta libera, in cui in particolare Picone, che confessa di non vedere l’ora di chiudere l’esibizione per poter andare in bagno, inizia a raccontare vari aneddoti sul compagno, e uno in particolare viene lasciato in sospeso perché prima di concluderlo si rende conto che in realtà non fa ridere. Come si intuisce, dunque, e come i due ripetono più volte, lo show di stasera è davvero particolare: tra fuochi d’artificio e improvvisazioni dura parecchi minuti in più del previsto; portata a termine finalmente la scenetta finale, l’ultimissimo regalo al caloroso pubblico è una barzelletta dedicata al grande Renzino Barbera; la racconta Picone, che, ormai un po’ brillo e sempre più incontinente, non azzecca la tempistica comica della storiella: Ficarra lo accusa (stavolta seriamente) di non saper raccontare le barzellette e in effetti sembra che alcuni in platea non l’abbiano capita, ma è solamente un piccolo passo falso, dovuto probabilmente alla stanchezza, in una serata che resta comunque eccezionale. Una serata in cui è stato difficile rimanere seri per più di qualche secondo e in cui i due artisti hanno dato tutto se stessi, aneddoti personali compresi, dimostrando ancora una volta di avere la comicità nel sangue e di non aver necessariamente bisogno di un copione scritto per fare ridere.