Ficarra e Picone: Risate Grasse di Sicilia

Creato il 04 dicembre 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Se penso ad un frutto per rappresentarli sono fortemente combattuto tra l’arancia rossa, che immagazzina il sole ed il calore della Sicilia ed ha grandi virtù nutrizionali e protettive, ed il fico d’india, tipico delle nostre regioni del Sud, spinoso fuori e dolce dentro; di chi sto parlando vi chiederete, ma di Salvatore Ficarra e Valentino Picone e del loro spettacolo Apriti cielo naturalmente! Fuori piove da oltre 24 ore, alternando scrosci violentissimi a quella pioggerellina fine ed insistente, fredda e triste, tipica della pianura padana, ma dentro al Teatro delle Celebrazioni l’atmosfera è di grande attesa, come testimonia il grande pubblico accorso per la seconda delle sei date previste a Bologna. Ficarra e Picone rappresentano oggi una delle coppie di comici più famose ed apprezzate del nostro paese, reduci dai grandi successi cinematografici (Il 7 e l’8, La matassa, Femmine contro maschi, Anche se è amore non si vede) tornano, dopo oltre 4 anni, ai loro esordi, cioè al teatro, con questo tour che li sta portando su è giù per tutta la penisola. Scelta quanto mai vincente questa, perché, diciamolo senza tema d’essere smentiti, è proprio nel contatto diretto, nella inevitabile interazione tra attore comico e pubblico, che si riesce a portare al massimo livello l’empatia tra chi fa teatro e chi ne fruisce. Sulle orme di celebri coppie del passato, dai mitici Stanlio e Ollio ai corregionali Franco e Ciccio, Ficarra e Picone incarnano, nel migliore dei modi, l’essenza del far ridere “ensemble”, uno spalla dell’altro, primattori a turno, ma sempre perfettamente in linea con il loro essere sé stessi, orfani se presi singolarmente, perfetti quando si muovono ed agiscono in simbiosi. Dal lontano 1993, quando si conobbero in un villaggio di Taormina in cui Ficarra faceva l’animatore e Picone era in vacanza, sono passati quasi 20 anni e, da allora, di strada i due attori palermitani ne hanno fatta davvero tanta, divenendo punto di riferimento per le nuove leve di comici e vere icone per folte schiere di ammiratori. Lo spettacolo portato in scena alle Celebrazioni, Apriti cielo, si articola in tre quadri (diventano quattro con il bis richiesto, naturalmente, a gran voce), che rappresentano scene di ordinaria vita quotidiana con i loro paradossi ai limiti dell’assurdo. Si comincia in un appartamento dove due tecnici tv scoprono un cadavere e dolorosi retroscena che li porteranno ad una incredibile dipartita, si continua con un bizzarro ed esilarante confronto tra un prete “moderno” ed un chierichetto puritano ed estremista, per finire al cospetto di San Pietro in attesa della destinazione finale.

Un sottile filo rosso lega le tre situazioni, dando loro un respiro “cinematografico”, ma, in realtà, la forte presenza scenica di Ficarra e Picone rende tutto “superfluo”: come solo i grandi comici riescono a fare, i due, infatti, hanno il dono di suscitare la risata, spontanea e grassa, a braccio, indipendentemente da un copione, che seguono reinventandolo ogni volta, ma che sanno anche abbandonare per improvvisare, magari sull’onda emotiva dell’interazione con il pubblico. A volte suscitano la risata solo per come si atteggiano e si muovono sul palcoscenico, per le espressioni del volto o per la gestualità prorompente, tipica della loro terra d’origine, tanto da poter definire il loro tipo di comicità, sotto certi aspetti, “fisica”. Pur tuttavia è dai loro, talvolta surreali e bizzarri, “incrocchi” dialettici, che le risate prorompono incontrollabili, portando il teatro in ebollizione. La serata scorre via piacevole, spensierata e divertente, difficile, se non impossibile, restar seri per coloro che occupano le poltrone. Ficarra e Picone fanno ancora centro: il loro show, infatti, prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni, dove le notizie economiche, politiche e religiose ci bombardano senza tregua, con leggerezza ci offre una lettura ed una interpretazione della nostra società divertente ed amara al tempo stesso, proprio come… le arance rosse o i fichi d’india! Era da diverso tempo che non ridevo così di gusto, riuscendo a dimenticare per un paio d’ore ansie e problemi che assillano il mio come il Vostro viver quotidiano, e questo è un ulteriore punto che va ascritto a chi di mestiere fa il comico, tant’è che, per la prima volta, a fine spettacolo ho atteso che uscissero per far loro i miei personalissimi complimenti con tanto di foto scattata insieme!


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