Dopo avere letto “La guerra civile fredda” di Daniele Luttazzi, volevo provare a fare il punto sugli scandali di cui leggiamo in questi giorni. Nel suo libro, Luttazzi ci fornisce una chiave per capire i motivi per cui, malgrado tutto quello che sta saltando fuori, Silvio Berlusconi non perda nei sondaggi che piccole frazioni di punto.
Luttazzi parte dall’assunto - proprio di alcuni strateghi politici della destra americana - che gli elettori non votino in modo razionale e che le elezioni si vincano creando con loro un legame emotivo forte. Legame che, una volta instaurato, è in grado di annullare ogni capacità di giudizio.
Alla base di tutto il ragionamento troviamo alcune semplici regole che fanno parte del bagaglio di ogni scrittore di fiction ed è anche per questo che ne parlo qui.Come si racconta - si chiede Luttazzi - una storia efficace dal punto di vista emotivo?Cinque gli elementi importanti.1) UN OBIETTIVO. Un protagonista deve volere a tutti i costi qualcosa: salvare l’italia dai comunisti, creare una grande democrazia liberale, rimodernare lo stato.2) OSTACOLI DA SUPERARE. Una storia emoziona se, per raggiungere questo obiettivo, il protagonista deve superare degli ostacoli, lottando con le unghie e con i denti. La domanda: - Ruscirà a superarli? – mantiene vivo l’interesse del pubblico. Più grandi sono gli ostacoli, maggiore sarà l’interesse con cui gli spettatori seguiranno la storia.3) DEBOLEZZE. Un protagonista non viene amato dagli spettatori se non ha un FATAL FLOW o, almeno, qualche debolezza. E Silvio Berlusconi, come ci spiega Luttazzi, di debolezze ne ha molte: è vanesio, guascone (ma in maniera simpatica), ha un debole per le donne ed è bugiardo. In un paese come il nostro – cattolico e non calvinista - tutti peccati decisamente veniali.4) L’UNICITA’. In una storia ben raccontata un protagonista dev’essere UNICO. Questo, un autore, lo può fare in tanti modi, tra cui quello di dare al suo protagonista un passato favolistico.
Ricordate il libro fotografico: “Berlusconi: una storia italiana” inviato a tutti gli italiani alla vigilia delle elezioni del 2001?
Sì?
Ecco, appunto.5) IL PROTAGONISTA DEVE PORSI AGLI ANTIPODI DEL SUO ANTAGONISTA. E più quest’ultimo sarà crudele, spietato e forte, più il nostro protagonista. nel momento in cui lo sconfiggerà, ci apparirà eroico.A detta di molti commentatori quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è un vero e proprio SHOWDOWN: la sfida finale. Da una parte c’è lui, Silvio Berlusconi, "l’eroe", e dall’altra, coloro che i suoi autori ci hanno indicato per 15 anni come i cattivi: le toghe rosse, la sinistra, la stampa comunista.
Tutto così semplice e talmente efficace da far meritare agli autori della nostra fiction un oscar per la migliore sceneggiatura (non) originale.