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Sull’ospitata di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi a “Virus”. Sui capelli e le camicie di Nicola Porro e sulla cravatta rossa del Premier.

Creato il 28 maggio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
cravattadi Rina Brundu. Quando stasera, durante il TG2, Nicola Porro ha annunciato che avrebbe ospitato Renzi e Berlusconi nel corso del suo “Virus- Il contagio delle idee” (Rai2), ho pensato che il sagace presentatore avrebbe preparato qualche manichino dei due illustri assenti e avrebbe sceneggiato un confronto all’ultimo sangue, ma sbagliavo, non era quello il trucco. Il trucco era di mero tipo dialettico, mentre per essere completamente onesto Porro avrebbe dovuto dire: stasera Virus ospiterà prima Berlusconi e poi Renzi. Niente confronto tipo Mezzaserata di Fuoco, insomma. Comprensibilissimo.

Di fatto la trasmissione è cominciata con una sedia vuota nello studio porriano e con Silvio Berlusconi seduto sull’altra. “Buonasera Presidente,” ha esordito gaio il conduttore “fortuna che non ho la barba di Fazio altrimenti avrebbe già cominciato a dirmene quattro… “. “Però potrei darle una mano a trovare un parrucchiere per i capelli, e magari l’indirizzo di una buona camiciaia…” ha subito ribattuto Berlusconi e visto il look trendy-cool-stirato on-the-road anzichenò di Porro, non aveva tutti i torti. Altri salamelecchi del conduttore che col solito stile osannante, omaggia l’ospite informandolo che in pochi giorni ha superato Renzi con i followers su Instagram (26000 a 23000, noccioline insomma, direbbe Justin Bieber), e che il mood della Rete nei suoi confronti sarebbe negativo (63%), ma non tanto negativo quanto quello degli altri politici (70% di media).

Il resto è storia nota. Per meglio dire le usate chiacchiere di ieri, di sempre e di questi ultimi giorni. L’ospite che siede nello studio è lo stesso leader evidentemente anziano, stanco, che giorni fa si è presentato da Vespa chiamandolo Fede e ancora prima da Fazio cazziandolo sull’aspetto disinvolto. A momenti fa la tenerezza del nonno caparbio ancora incapace di arrendersi ma che pure coltiva la segreta tema di stare combattendo una battaglia con un avversario che sarà impossibile battere. E quell’avversario non sono le “domande” della solita intervista di facciata porriana, ma neppure Matteo Renzi. Piuttosto è il tempo che sbeffeggerà il suo e il nostro futuro ma anche il passato e questo presente “internettiano” che Berlusconi vede come una possibilità meravigliosa ma che chiaramente non sa vivere. Gli sfugge. Forse non gli interessa neppure acchiapparlo.

Buon secondo e per la gioia dei 300000 elettori di destra che secondo Berlusconi sarebbero ancora tentati da Renzi, ecco un elegantissimo Presidente del Consiglio con tanto di cravatta rossa (un errore o un monito?) e completo blu, riempire d’incanto la sedia che fu del suo predecessore (quando si dice la combinanzione). Anche qui le solite litanie trite e contrite che più o meno leggevano: “Io sono il Premier Dio tuo e non mi occupo di fare campagna elettorale, l’importante è che l’Italia riparta (sottinteso – i voti di domenica sono incidentali ma sarebbe meglio che me li diate)”. Poi un colpo basso a Grillo: “Non darei mai la Sanità in mano a chi fa simili discorsi sulle mammografie”. Quindi uno di tre quarti al signore di Arcore: “Berlusconi è un biglietto scaduto” e infine qualche pugnalata di riscaldamento alla sinistra masochista. L’impressione – nonostante la provata dialettica didattica stile Generazione Angela – è che stia esorcizzando una qualche paura soprattutto per i risultati in Liguria.

In generale, tutto già detto, già sentito, già metabolizzato. A pensarci bene anche il sorriso di Porro è sempre quello. Tutto sommato Berlusconi aveva davvero ragione. Dobbiamo risolvere i problemi del Paese: il fisco, la burocrazia, la magistratura, la corruzione e basta con i capelli e le camicie di Porro! Se poi ci aggiungiamo anche le trasmissioni si fa filotto, ma nel dubbio meglio cambiare canale…


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