Il Gip del Tribunale di Matera, Rosa Bia, ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.
Matera, 1 ago. - (Adnkronos) - Ci sono riusciti, con l'ostinazione di sempre, i familiari dei fidanzatini di Policoro, in provincia di Matera, a impedire l'archiviazione dell'inchiesta sulla morte dei loro ragazzi, Luca Orioli e Marirosa Andreotta, trovati senza vita nel bagno della casa della famiglia della giovane il 23 marzo 1988. Nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Matera, Rosa Bia, ha respinto la richiesta di archiviazione
Il 23 marzo del 1988 i corpi nudi e senza vita di Luca e Marirosa furono trovati nel bagno della casa di lei. La causa della morte, in maniera frettolosa e in circostanze mai chiarite fino in fondo, fu attribuita a una folgorazione, così non si effettuò nessuna autopsia. Poi, l'ipotesi della morte per avvelenamento da monossido di carbonio. Ma la mamma di Luca ha sempre sostenuto la presenza di lesioni sui corpi dei ragazzi. Un'eventualità che schiuderebbe l'ipotesi del duplice omicidio. Due anni fa il caso fu riaperto, la pista seguita dagli inquirenti è stata proprio quella. Ma il troppo tempo trascorso dalla morte dei giovani, ormai noti come “I fidanzatini di Policoro”, e l'alterazione della scena del delitto hanno fatto nuovamente propendere i magistrati verso la morte per avvelenamento, dunque fu chiesta l'archiviazione poiché non sarebbero emersi nuovi elementi. In questi ultimi giorni, invece, dopo che nello
scorso mese di aprile un parere 'pro veritate' di Roberta Bruzzone, esperta in criminalistica e analisi della scena del crimine, coordinatrice della Cold Case Division dell'Accademia Internazionale di Scienze Forensi, e' stato allegato alla richiesta di opposizione (a firma dell'avvocato Franco Auletta, legale della famiglia Orioli) contro l'archiviazione presentata dalla Procura, il GiP di Matera, Rosa Bia, ha respinto la suddetta istanza. Adesso si riapre la possibilità di tornare a riesumare le salme. La stessa cosa avvenne già all'incirca 15 anni fa, ma in quella circostanza a causa del mancato funzionamento di alcune apparecchiature radiologiche non si è potuto accertare la frattura all'osso ioide di Luca di cui parlò il professor Giancarlo Umani Ronchi. L'ipotesi e' che il giovane possa essere stato strangolato. I legali, Francesco Auletta per la famiglia Orioli, e Riccardo Laviola per la famiglia Andreotta, hanno chiesto la riesumazione anche per effettuare il prelievo organico necessario a riscontrare l'eventuale presenza di Dna non appartenente alle due vittime che potrebbe costituire un indizio della presenza di altre persone in quel bagno. (GianPi)
Foto, il alto Luca e Marirosa, fotino Olimpia Fuina, madre di Luca, fotino in basso a dx la criminologa Roberta Bruzzone.