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Creato il 13 gennaio 2012 da Lipesquisquit
C’è che agli umani servono cazzate, gran belle cazzate, di quelle appropriate. Forme specifiche, mirate produzioni musicali o letterarie, effetti visivi confortanti e stimolanti, giocattoli per grandi, un’immagine, uno stile, roba così. Capisci, uomo?E’ un corollario della fallacia naturalistica: dall’essere non si ricava il dover essere, però ci si ricavano ottime cazzate, utili, di quelle che elevano, che danno forza, quelle che, anche se da un punto di vista analitico sono indiscutibilmente cazzate, possono cambiare l’umore di una nazione e rendere possibile un miracolo, e non c’è da discutere. Uno può tranquillamente rigettare una visione dell’umanità così debole, oppure può cercare di emanciparsi da questa condizione, con tutta la buona volontà possibile, con tutta la genialità e l’applicazione di questo mondo, ma presto o tardi sbatterà comunque i denti contro il muro dell’incompletezza umana, il quale, per essere superato, richiede appunto un massiccio apporto di cazzate.Sei un gelato che si scioglie, uomo, sei una diga che si riempie di crepe, sei una casa di sabbia: non tieni, c’è poco da fare. Lo aveva capito anche Pascal, che era un mostro e tanto poi c’è cascato lo stesso, insisteva a scommettere sulla sistemazione definitiva dei suoi problemi, che è un’altra cazzata, ma non importa. Perché è efficace.
Nella vita non si inciampa nella verità, come diceva Churchill; al massimo si inciampa nell’efficacia. Non c’è niente di definitivo, uomo: senza una continua opera di rinforzo, tutto questo tu non lo reggi, e il rinforzo te lo danno gli stimoli, le produzioni, le arti, i discorsi, gli esempi, i gesti, tutte cose fatte dall’uomo per l’uomo, cioè inezie, esistenzialmente parlando, emerite puttanate che non hanno niente a che fare con l’eternità e che, se sparisce l’uomo, spariscono pure loro, perché sono roba, ammennicoli del tutto contingenti, che siano un disegno da ragazzini sul diario di scuola o la IX di Beethoven, niente di eccezionale rispetto al trend, niente di salvifico, niente che possa stabilizzarti davvero una volta per tutte, è semplicemente roba parziale, roba di qui, ma in ogni caso è roba efficace, roba che per adesso funziona, e a questo punto potrà anche sembrarti ridicolo di dover stare al gioco sapendo così bene che è un gioco, ti sembrerà insensato competere e cercare ancora di vincere, invece di chiamare Dio e invocare razionalmente la tana libera tutti, ti risulterà sicuramente fastidioso adeguarti a quel buffone doppiogiochista dell’Essere che si svela piano piano, ti stuzzica, ti fa intravedere una tetta e intanto, mentre sei lì che sbavi, convinto di aver visto chissà che cosa, ti prende ontologicamente per il culo.Ciò nonostante, uomo, quello che ci tengo a dirti è: lascialo fare, e stai al gioco.Poi alla fine ti dico perchè.

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