Fidelio alla Scala e Patti Smith a Bergamo: due prove generali

Da Silviapare
Domenica sera: prova generale del Fidelio alla Scala. Abbiamo due ambitissimi biglietti di platea, regalati da un amico che lavora lì. Fuori dal teatro la solita ressa di chi spera di recuperare un biglietto, e a volte ci riesce ("ha un biglietto?" "ha un biglietto?" è il sottofondo di sussurri che ci accompagna. Quando il nostro amico esce dall'ingresso laterale di via dei Filodrammatici per darci i biglietti, ne regala uno anche a una persona in attesa di fianco alla porta, e la folla si scatena: "anch'io, anch'io", "ha un biglietto anche per me?"). 

Foto da QUI


Lo spettacolo, vedrete, sarà criticato alla Prima perché troppo "moderno". A noi è piaciuto un sacco, con quelle scenografie grigie di cemento armato (in realtà mattoni di polistirolo costruiti uno a uno nei mitici laboratori-atelier dell'Ansaldo) e i costumi da carcerieri e carcerati contemporanei ma stilizzati. Bravi tutti, e un bravo speciale a Daniel Barenboim, che dopo questa se ne va.
La sera dopo, straordinaria doppietta: Patti Smith a Bergamo.Un'altra prova generale, per così, dire, perché la Patti ha scelto Bergamo per inaugurare il suo "family tour", in cui la cantante si esibisce in versione acustica, accompagnata per la prima volta dai figli Jesse Paris al pianoforte e Jackson alla chitarra, più il bassista Tony Shanahan.Era da una vita che sognavo di vedere Patti Smith, seconda solo all'eccelso idolo Tom Waits nella mia classifica dei musicisti da vedere assolutamente in concerto (ma su Tom Waits c'è tutta una storia dietro che forse un giorno racconterò). Ehm. I suoi figli non è che suonino proprio benissimo. Lei non è che ci sappia molto fare con le versioni acustiche (cioè, cantava come se avesse dietro una vera band invece di quei tre che strimpel... che suonavano in acustico). Il tecnico delle luci era in realtà il secondino di una prigione, che manovrava i fari sul palco con l'intento evidente di accecare gli spettatori o trovare un evaso nascosto fra il pubblico (ho tenuto gli occhi chiusi per quasi tutto il concerto. Ne ho visti di tecnici delle luci pessimi, in vita mia, ma questo li batte tutti). La Patti aveva cenato dagli alpini prima del concerto, e doveva aver buttato giù qualche bicchierino di troppo, visto che continuava a ridacchiare e ha dovuto ricominciare da capo Perfect Day di Lou Reed dopo averla distrutta con una risatina. Ha parlato anche molto di Papa Giovanni (di cui aveva visitato la casa il giorno prima), poi ha cantato una canzone di Natale e infine ha raccontato la storia di san Francesco e del lupo di Gubbio, facendo anche degli ululati da lupo. Se non fosse stato per la sua voce straordinaria, avrei pensato che la Patti avesse mandato una controfigura. 

Foto scattata in uno dei rari istanti in cui i fanali da 1 miliardo di watt erano spenti, mentre sullo schermo dietro il palco venivano proiettate inesplicabili geometrie in bianco e nero



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