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Che dire? Dalla collina, superata la meraviglia per questi colli verdi e grassi, lì, a due passi, eccola Fidenza con le torri e i campanili e il fungo dell'acquedotto.
Il vento caldo accarezza i papaveri nel grano, un breve orizzonte si apre sulla fatica del contadino. Guardo. Non si ha un'idea del suo ordine, della sua atavica semplicità; se gli avessero portato Pegaso lo avrebbe attaccato ad un aratro.
Già Fidenza! L'orizzonte è la sua storia, quella che ha lasciato segni evidenti: Fidenza è la fabbrica del vetro, è la chimica (una volta si chiamava "fabbrica della morte"), è l'espansione urbanistica, è lo Stirone, è l'Antelami, è il teatro Magnani, le biciclette, gli edifici di interesse storico-artistico, i musei a partire da quello del Duomo, i suoi pittori da Emanuelli a Ponzi, senza dimenticare la generazione di Alfieri e Sgavetta,
Fidenza è l'ospedale di Vaio, e le piazze, la pagina della Gazzetta, san Donnino e la sagra, la Coop Di Vittorio, gli anolini, il parmigiano, e la Claretta vestale del dialetto, il cavallo pesto, la Via Francigena, la tortafritta, Fidenza Village, la Camera Acustica, i Terragli, ma anche un servizio di raccolta differenziata da primato e tanto d'altro nei servizi sociali, nella solidarietà, nel commercio, nella moda e nell'artigianato.Fidenza è anche la sua gente, colta e intelligente, che lavora e sa lavorare, ma anche vivere e divertirsi.Fidenza è anche l'altra faccia della medaglia: aziende in difficoltà, lavoro nero, economia sommersa, giovani in cerca di prima occupazione, fenomeni di degrado sociale con alcol e cocaina a livelli allarmanti, rapporti con i migranti nella norma con qalche isolato episodio di intolleranza e violenza tra le diverse etnie, degrado del centro storico, una viabilità da labirinto, nuovi quartieri senza servizi e il commercio del centro storico in crisi.Fidenza è tutte queste cose e molte altre ancora; cose diverse, spesso contraddittorie, un pezzo di mondo ("Mondo piccolo", direbbe Giovannino Guareschi) che deve misurarsi con i difficili, a volte drammatici problemi di una società complessa messa alla prova della crisi economica-finanziaria internazionale.Oggi la questione di fondo che si pone chi amministra la città non è tanto -o soltanto- la mancanza di risorse finanziarie, quello che manca è la concorrenza di idee.Si, mancano idee, progetti -nel lavoro, nella cultura, ma anche su come rigovernare pezzi di città in forte degrado, per abbandono o incuria, tanto da farci ricordare che Goethe, mentre nel 1786 viaggiava in Italia, rimase colpito dal fatto che "ovunque" si notava "la massima trascuratezza".Insomma, i problemi non si risolvono immaginando una realtà diversa da quella che è; non siamo di fronte a svolte "epocali", quelle tante volte rivendicate dagli ex amministratori di sinistra ora ritornati a governare, quelle che hanno portato a sviluppi incontrollati con, ad esempio, torri che sovrastano luoghi sbagliati e cattedrali del freddo che cementificano la campagna senza nemmeno un ritorno occupazionale, per non parlare della chimica, Solveko compresa. E poi, basta con il complesso d'inferiorità nei confronti di Parma. Fidenza deve farsi valere in ambito provinciale e regionale.Troppo spesso si parla male dei politici, degli amministratori. Vi saranno, di sicuro, alcuni politici arrivisti e mascalzoni, ma tanti sono quelli che spassionatamente si mettono al servizio della città; gente che non fa politica per interesse personale ma perché crede in quel che fa e si mette a disposizione della comunità fidentina sacrificando interessi, affetti familiari, tempo libero e magari anche la salute.Eppure, per la gente la politica resta distante; e come dare torto al cittadino disgustato se in politica non conta quello che sai fare e come lo sai fare, ma ci si affida a chi fa incetta di preferenze promettendo in cambio mari e monti. No, così non si va lontano e c'è sempre lo spettro di via Burla dietro l'angolo.E ancora, pensateci, dite il nome di un parlamentare di destra o di sinistra eletto con i voti di questo territorio.Dura è!Nessuno sa chi sono i nostri parlamentari.C'è in Parlamento un deputato o un senatore che davvero conosce, rappresenti e sappia tutelare gli interessi del nostro territorio e della sua gente? La risposta è banale, secca e inconfutabile: NO!E se ricominciassimo ...Ecco, mi fermo qui, come mi rimprovera il buon Manfredo, al solito l'ho tenuta troppo lunga. Amen!(Cp)http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane
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