Fido
di Andrew Currie
Canada 2006
Stati Uniti, anni '50: una nube tossica causa la resurrezione dei morti. Anticipando la tradizione romeriana, questi ritornanti sono bestie stupide e feroci, affamate di carne umana. L'unico modo per abbatterli è distruggere il loro cervello, ma bisogna stare attenti a non avvicinarli, perché il morso degli zombie è contagioso.
Dopo una breve ma devastante guerra gli umani riescono a sconfiggere i morti, questo grazie anche alle invenzioni della ZomCon, una multinazionale a cui, tra le altre cose, si deve il brevetto del “collare di controllo”. Applicando questo marchingegno al collo di uno zombie si riesce a ridurlo a un placido animale domestico, in grado di compiere semplici attività: fattorino, giardiniere, spazzino o cameriero.
Pochi anni dopo la fine della guerra le città e i centri rurali degli Stati Uniti sono piccole e floride comunità, benché al di fuori delle cerchia urbane ci siano ancora molte “terre selvagge” dove gli zombie non addomesticati continuano a cacciare gli esseri umani.
La ZomCon è diventata oramai una ricca impresa parastatale, con una propria milizia e con la gestione assoluta dei “collari di controllo”, tanto che il commercio di zombie addomesticati è uno dei più danarosi del paese. Possedere almeno un ritornante è uno status symbol imprescindibile per ogni famiglia.
Così è anche per la famiglia Robinson: Helen (Carrie-Ann Moss) acquista il primo zombie, a dispetto del parere contrario del marito, che ha una vera e propria fobia nei confronti dei non-morti. Ma è soprattutto il piccolo Timmy ad affezionarsi al nuovo arrivato, a cui darà il nome di Fido. Fido si rivelerà più intelligente e fedele del previsto, almeno finché, per sbaglio, il suo collare non subirà un guasto. A quel punto la tranquilla vita della piccola cittadina in cui vivono i Robinson avrà un deciso scossone...
Commento
Terzo film canadese visto e apprezzato in altrettante settimane, Fido è una commedia horror molto più riuscita e godibile rispetto ad altre tanto declamatee pubblicizzate.
L'asse della pellicola si regge su una presa in giro dell'american way of life degli anni '50, ma applicabile tranquillamente anche ai giorni contemporanei. Dentro c'è di tutto: dal consumismo esagerato, alla paura costante del “nemico” (il parallelismo zombie-comunisti non è nemmeno così nuovo, a voler ben vedere), passando per l'inaffettività che nasce da una società basata sulla mera apparenza.
Le frecciate del regista Andrew Currie sono tuttavia più sarcastiche che graffianti, e il risultato è una pellicola divertente, leggera senza però risultare stupida. Al contrario, per esempio, dell'inutile Zombieland.
Fido gioca dunque tra intelligenza sottile e comicità non spiccia, né urlata. La buona prova degli attori, specialmente di una Carrie-Ann Moss nei panni di una credibile Milf, è senz'altro un valore aggiunto a un film che può piacere tanto agli zombie-fan quanto a chi questi mostri proprio non riesce a sopportarli.
Nota a margine: al di là della struttura commediale di Fido, lo scenario di fondo, presentato nei primi minuti con un riuscito filmato propagandistico della ZomCon, è mille volte più credibile di quelli proposti in centinaia di altri film in tema zombesco con tanto di pretese di serietà. Una società divisa in città-stato, in cui gli abitanti vengono addestrati fin da bambini a conoscere il nemico e a sparare mirando al cervello, ha dei richiami molto significativi ai libri di Max Brooks il che, ovviamente, è unicamente da intendersi come pregio.