Immaginate il classico quartiere di una cittadina americana degli
anni Cinquanta. Una bella domenica soleggiata, le villette bianche tutte in fila che sembrano brillare di luce propria. Mogli sorridenti col grembiule che apparecchiano la tavolata nel giardino perfettamente curato, in attesa che i mariti, la pipa stretta tra i denti, finiscano di cuocere le bistecche. “Tra quanto è pronto, caro?” “Ancora un momento, cara! Sai che le mie supermegasalsicce speciali hanno bisogno di tempo per essere perfette. Dov’è Timmy? Sta ancora giocando con Fido? Chiamalo e digli che tra poco si mangia!” “Timmyyyyyyyyy, a tavola! Su, lascia stare quel cadavere putrefatto e corri a lavarti le mani, che rischia di trasmetterti la cancrena!”Questa, più o meno, la scena tipica del film del 2006 Fido, per la regia di Andrew Currie. Come per molte delle mie chicche horror semi-ignote preferite, sono incappato in questo film per caso, facendo zapping in terza serata mentre ero intendo a scaldarmi nel microonde uno spuntino a base di arrosto del giorno prima, panna, mostarda e formaggio molle. Complice anche l’ora tarda e la mente annebbiata dai lipidi, non ho capito immediatamente di cosa si trattasse. I personaggi mi sembravano così stupidi e stereotipati, che non sapevo dire se lo sceneggiatore fosse serio o mi stesse prendendo per i fondelli. C’erano gli zombie, sì, ma l’atmosfera pareva proprio quella di un di un film della domenica pomeriggio su Italia1, col bambino insopportabile e il suo amico cane che impara a giocare a baseball. Poi ho riconosciuto che la mamma di Timmy era interpretata da Carrie-Anne “Trinity” Moss e allora basta, già quello mi è sembrato un validissimo motivo per gettare alle ortiche una sana notte di sonno e spaparanzarmi sul divano.
Una donna che sta bene con tutto: vestiti anni ’50, impermeabili lunghi di pelle… e anche nuda non è male.
La storia vede come protagonisti Timmy Robinson, il tipico sfigatello del caso, senza amici e maltrattato dai due bulletti del quartiere, e i suoi genitori: Helen (perfetta Bree di Desperate Houswives) e Bill (uno dei personaggi più odiosi che il Canada abbia mai concepito dopo Justin Bieber). I tre vivono una vita solo apparentemente felice, recitando la parte della famiglia americana perfetta, per altro con risultati non troppo soddisfacenti. Gli equilibri si sconvolgono quando Mrs. Robinson, per invidia verso le sue vicine di casa e anche per dare a Timmy un compagno di giochi, decide di farsi regalare dal marito un maggiordomo zombie. Sì, perché dovete sapere che il film Fido è ambientato in un mondo ucronico post-apocalisse-zombie. Alcuni anni dopo l’invasione, il governo è riuscito a domare la minaccia, costruendo speciali centri abitati circondati da reti elettrificate per respingere gli attacchi dei morti viventi che infestano le zone selvagge. E non solo, una ditta è riuscita a inventare un collare speciale che trasforma queste spaventose creature in servizievoli aiutanti che le mogli delle famiglie dabbene possono acquistare come fossero un frigorifero o una lavastoviglie nuova. Inutile dire che il nostro piccolo Timmy riuscirà a scoprire che gli zombie, in realtà, non sono poi così cattivi, anzi, i veri cattivi sono gli uomini e bla bla bla, il resto vien da sé.
Le Mogli di Stepford (al secolo “La donna perfetta”), starring la bella Nicole.
Quello che è interessante di questa opera non è tanto la trama, che essendo una parodia di un certo tipo di film americano, ed essendolo fino in fondo, è piuttosto lineare e scontata, e nemmeno il tipo di satira che fa alla società borghese statunitense, anche questa già vista e rivista. Quello che mi ha sorpreso è la totale mancanza di buonismo, il fatto che non “le manda a dire” a nessuno. Nonostante l’ambientazione da La moglie perfetta, abbiamo sangue e budella in abbondanza: lo stesso Timmy non esita a eliminare chi gli mette i bastoni tra le ruote e ad occultarne il cadavere. Bambini e vecchiette zombie non ricevono alcun trattamento di favore e nessuno versa una lacrima quando un personaggio principale (non voglio fare spoiler) ci rimette le penne, perché alla fine si è comportato da stronzo per tutto il film.
Insomma, nell’ottica di una serie di film (e telefilm) che spremono la figura dei morti-viventi come uno straccio vecchio, Fido mi sembra una bestia rara. Rifiuta il cliché del gruppetto di ultimi sopravvissuti sulla faccia della Terra che devono arrangiarsi con quel poco che hanno manco fossero tutti parenti stretti di MacGyver, e che si riduce, inevitabilmente, a ¾ di pellicola di inseguimenti random in una New York abbandonata e ¼ di combattimenti a suon di fucili a canne mozze e motoseghe. No, non mi sto asssssolutamente riferendo a nessun famoso telefilm che Madame Freida ha già provveduto a smontare un pezzo dopo l’altro… (The Walking Dead). E Fido è ancora più interessante se si pensa che questo titolo è del 2006, cioè è stato girato prima del recente exploit di amore rinnovato per i morti che camminano, prima della suddetta orrida serie televisiva, di Warm Bodies e persino prima di Zombieland.
In Desperate Housewives non ci sono zombie, ma non si può dire che non faccia paura…
Insomma, Fido è un film che mantiene ciò che promette: si propone come una divertente parodia e non solo. È una di quelle opere che crea un mondo, con certe premesse, e lo sfrutta in tutte le sue caratteristiche. Ad esempio non si fa problemi a parlare di necrofilia, qualcosa a cui viene naturale pensare se ci troviamo in un luogo dove umani e zombie vivono assieme e i secondi sono completamente sottomessi ai primi. Per di più Andrew Currie ne approfitta per parodiare la vivissima (soprattutto nel 2006 in America) discussione sulle coppie di fatto.
PS: interessante notare che anche qui, come per Thanatomorphose, ci troviamo di fronte ad una produzione canadese. Che anche i succhia-acero siano un pochetto necrofili?
Herr Joe