Uno studio pubblicato di recente su PLoS ONE, grazie al lavoro di ricerca di un team britannico della University of Lincoln, coordinato da Emile van der Zee, potrebbe aggiungere un importante tassello alla comprensione del modo in cui i cani imparano ad associare agli oggetti i loro nomi.
Noi esseri umani, tra i 2 e 3 anni, cominciamo ad imparare ad associare i nomi degli oggetti alla loro forma, più che alla dimensione o alla struttura. Ad esempio quando i bambini imparano cos'è una palla, identificano come palla altri oggetti di forma sferica, anche se molto diversi in dimensione e composizione strutturale. Secondo lo studio britannico in oggetto, invece, per i cani (quantomeno per il cane su cui si sono condotti gli esperimenti) l'associazione nomi-oggetti sembra fare affidamento davvero poco alla memorizzazione della forma, diversamente quindi da quanto accade in noi umani.
Il protagonista della ricerca è stato un tenero Border Collie di 5 anni, di nome Gable, che è stato sottoposto ad un training a breve termine (è possibile vederne un video a questo link), alla fine del quale, al pronunciare del nome dell'oggetto da parte di un operatore, ha dimostrato di associarne il nome alle sue dimensioni, identificando così erroneamente, sotto lo stesso nome, anche oggetti diversi nella forma ma di dimensioni simili nell'ambito di numerosi tentativi. Il cane non ha riconosciuto l'oggetto preso inizialmente in altri somiglianti per forma, ma sempre in altri somiglianti per dimensioni.
Dopo un training più lungo, invece, Gable ha mostrato una maggiore tendenza ad associare il nome dell'oggetto più alla sua consistenza, struttura, che alle sue dimensioni o, ancora meno, alla sua forma. Sembra dunque che, mentre per noi risulta più facile categorizzare gli oggetti per somiglianza di forma, per un cane è più semplice farlo per somiglianza di dimensioni o anche composizione/tessitura.
Secondo i ricercatori, dietro questa differenza comportamentale tra noi ed i cani potrebbe esserci una ragione evolutiva funzionale al diverso modo in cui noi e i cani entriamo in contatto con l'ambiente che ci circonda attraverso i sensi. L'uomo è un animale prevalentemente visivo, in cui la percezione della forma di un oggetto è senz'altro di primaria importanza, per cui il nostro sistema di riconoscimento conta soprattutto sull'identificazione della forma, nell'associare un oggetto al suo nome corrispondente.
Per un cane, invece, l'associazione nome-dimensioni o nome-composizione materiale potrebbe risiedere in stime percettive compiute prevalentemente attraverso una manipolazione dell'oggetto con la bocca. Va tuttavia precisato che questo studio dev'essere confermato da altri esperimenti, che quantomeno possano confermare o smentire ciò che è stato osservato con Gable e, dopo averlo eventualmente generalizzato, sarebbe davvero interessante se ulteriori ricerche potessero darci qualche interessante informazione in più su come apprendono i nostri amici a 4 zampe.
van der Zee, E., Zulch, H., & Mills, D. (2012). Word Generalization by a Dog (Canis familiaris): Is Shape Important? PLoS ONE, 7 (11) DOI: 10.1371/journal.pone.0049382