Questa sera Eleonora aveva una cena di compleanno a casa di una sua amica che abita a qualche isolato da qui. Per andare lì c'è da attraversare qualche incrocio, e alle cinque di sera, ora della festa, è già buio.
Visti i suoi otto anni due mesi e sei giorni, e il suo desiderio di sentirsi "grande", le ho detto, senza che lei se lo aspettasse, che se avesse voluto andare da sola per me non ci sarebbe stato nessun problema. O io o mamma Anette poi saremmo andati a prenderla.
Lei è stata contentissima di questa fiducia, e chiaramente ha colto l'occasione al volo.
E così qualche minuto prima delle cinque è andata. Negli occhi aveva una gioia molto grande.
Una volta a casa dopo la festa ha raccontato per filo e per segno tutto il tragitto, compresi i suoi scambi di occhiate e di segnali con un automobilista a un incrocio, e la spiegazione che non aveva attraversato davanti a casa (come in realtà avevamo detto che avrebbe dovuto fare), bensì alla fine della via visto che quando era uscita c'era un po' di traffico.
Nota: Ammetto di aver chiamato alle cinque e dieci la mamma della compagna di classe per avere la conferma che fosse arrivata. Mentre facevo il numero in realtà ero un po' titubante. Mi sono reso conto che di Eleonora mi fido, è di alcuni elementi del mondo circostante che in realtà ho poca fiducia.