L’iceberg “Berlusconi” si è sgretolato
grazie all’appoggio convinto dei “responsabili” della destra, come Giovanardi e Formigoni, noti ammiratori dei miti della sinistra.
Ora il governo può continuare tranquillo verso un roseo futuro per regalare all’Italia le riforme che aspetta:
- Non modifica della legge elettorale. Urgente ed importante da tre anni, è stata puntualmente disattesa da ogni governo.
- Aumento della pressione fiscale alle imprese. Per onestà va detto, che qualcosa il governo Letta ha già fatto: ha aumentato l’Iva, ha cambiato nome all’Imu e si appresta, con la Tares a triplicare la vecchia Tarsu.
- Non abolizione dei privilegi della casta. E’ già stato spiegato che diminuire le pensioni d’oro è incostituzionale e non ha niente a che vedere con la diminuzione delle normali pensioni dei poveri cittadini. Quest’ultima diminuzione invece si può fare, magari, come insegna la Fornero, piangendo lacrime di coccodrillo.
- Non diminuzione dei maxi stipendi statali. Fissare il limite di 10.000,00 euro al mese per i nostrani top manager pubblici, importo pari o superiore alla media europea, è impossibile. Si correrebbe il rischio di una fuga di cervelli devastante per la più grande ed organizzata burocrazia del mondo.
- Non riforma del lavoro. Dopo sei mesi di duro impegno, si è finalmente raggiunta la soglia del 40% di disoccupazione giovanile.
- Nel programma sono presenti altre “non cose” come l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti ed ai giornali, ma su questi punti il Governo è sempre stato di una fermezza esemplare: non si toccano!
Peccato alla festa non siano state invitate le 50.000 imprese che quest’anno hanno chiuso, le 150.000, che sono sul punto di farlo, ed i milioni di italiani che, nel giro di pochi anni, sono passati da essere ceto medio a ceto povero.
L’Italia sta affondando. I suoi comandanti Letta, Alfano e Napolitano annunciano ai passeggeri di stare tranquilli e di ritornare nelle cabine per non creare confusione. Italiani, il peggio è passato, si vedono i segnali di ripresa, stiamo lavorando responsabilmente per voi.
Intanto sul ponte del Titanic l’orchestra suonava.