Edelman ha pubblicato i risultati generali della dodicesima edizione del Trust Barometer. La ricerca ha coinvolto oltre 30mila individui in 25 nazioni diverse del mondo, Italia inclusa, analizzando il livello di fiducia nei confronti di imprese, istituzioni e media.
Il rapporto indica chiaramente come nella maggioranza dei Paesi presi in considerazione si assista ad una calo generalizzato della fiducia con il raddoppio del numero di nazioni che esprimono scetticismo rispetto alla situazione attuale. Crollo verticale del livello di fiducia in Giappone dove evidentemente, a parità di condizione, la gestione del post tzunami e delle radiazioni nucleari ha pesantemente influito sul sentimento della popolazione, giustamente.
Diversi Paesi delle economie avanzate, quali Germania e Francia, assistono ad un calo a doppia cifra della fiducia nelle imprese. Segno evidente di quanto la crisi, al di là delle dichiarazioni di circostanza dei loro rappresentanti, abbia colpito la popolazione.
Complessivamente, tra i settori analizzati, i media hanno lo scoring tra i più bassi, appena al di sopra di assicurazioni, banche e servizi finanziari, che confermano essere il comparto con maggiori problematiche, con una percentuale del 51% di individui che ha fiducia in quanto viene riportato. Il comparto delle tecnologie è quello che gode di maggior fiducia seguito, con un inversione di posti rispetto all’edizione 2011, da automotive e telecomunicazioni.
Forse a sorpresa, vista la generale tendenza delle persone a colpevolizzare durante periodi di crisi le fonti di informazione, a prescindere da altre considerazioni, i media sono l’unico segmento che ottiene un incremento nel livello di fiducia accordata. In Italia, in particolare, il tasso di fiducia sale dal 45% del 2011 all’attuale 57%.
In questo quadro, le fonti di informazione tradizionale sono quelle alle quali continua ad essere riconosciuto complessivamente il maggior tasso di fiducia seppure registrino il minor incremento rispetto agli altri media. Si conferma “la galoppata” dei social media con un incremento del tasso di fiducia quasi doppio rispetto all’anno scorso. Social media che, comunque, nonostante il fortissimo sviluppo continuano ad essere l’ultima tra le fonti d’informazioni.
Il panorama attuale dei media, e lo scetticismo di cui è contornato nel complesso lo scenario di riferimento, richiedono molteplicità di voci e canali di comunicazione nonchè un tasso di ripetizione del messaggio medio di 3 – 5 volte [vd. slide 15].
Si tratta di evidenze che non nascono solamente dall’attuale stato di crisi ma da una complessiva carenza di istituzioni ed imprese nel dare risposte e relazionarsi secondo le attese delle persone. Una dicotomia, un gap tra attribuzione di importanza dei fattori da parte delle persone e performance delle aziende caratterizzato da una distanza davvero significativa. Dinamica che, peraltro, tocca il picco massimo proprio nel nostro Paese come viene evidenziato nella diapositiva 23.
Il segno della distanza tra dichiarato e realizzato.