Alcuni giorni fa scrissi un editoriale per descrivere gli scenari politici che si potrebbero verificare qualora Monti, stanco delle critiche e degli attacchi che gli muovono amici e nemici, si presentasse in Parlamento per dimettersi. Ho l’impressione che quegli scenari possono diventare realtà. Il Cavaliere muove attacchi pesanti alla manovra e tenta di rivalutare così anche l’opera devastante del suo governo.
Non solo, ma ai suoi fedeli, alludendo a possibili elezioni, ha comunicato che è sempre “in pista”. E i La Russa, i Gasparri e altri gridano che il governo, o fa quel che decide il Pdl o va a casa. L’opposizione, dura e becera, non la fa solo la Lega di Bossi che in Parlamento vota contro. I comportamenti dei parlamentari leghisti alla Camera e al Senato sono scorretti e anche stupidi, ma l’opposizione dichiarata è pur sempre nelle regole. Berlusconi, invece, giuoca su due tavoli e lo fa in maniera scoperta. I suoi giornali conducono una campagna violenta contro il governo per cui votano. Un esempio? Il titolo de il Giornale di ieri: «Effetto Monti, va tutto peggio». La stessa litania recita Di Pietro, il quale però in Parlamento vota contro. Anche il partito di Vendola è all’attacco.
Un discorso a parte va fatto sul comportamento dei sindacati. Più volte ho scritto che le organizzazioni dei lavoratori e dei pensionati debbono fare il loro mestiere e quindi considero legittima la protesta e anche lo sciopero indetto dalle Confederazioni. Tuttavia stupisce il fatto che, nel valutare anche criticamente le misure adottate dal governo, non c’è mai un’analisi della gravità della situazione in cui opera Monti. C’è invece un eccesso nella denuncia che sembra prescindere dalle ragioni per cui è nato questo esecutivo.
A questo punto, a mio avviso, si pone un problema, anche perché lo spread ci dice che non c’è una significativa ripresa di fiducia da parte dei mercati: può esistere un governo senza una maggioranza certa? Un governo è tale di fronte al mondo, con una maggioranza che c’è in parlamento, quando si vota la fiducia, ma non c’è quando bisogna sostenere le misure adottate e votate dai partiti che lo sostengono? Il pericolo di uno sfilacciamento, della perdita del senso dell’emergenza, del rappezzamento, del rinvio, è ormai evidente. A questo punto dovrebbe essere lo stesso Monti a mettere tutte le carte in tavola: dire in Parlamento quel che vuole fare con nettezza, senza mediazioni e costringere tutti, Berlusconi e i suoi soci, ma anche la sinistra, ad assumersi tutte le responsabilità. Insomma la fiducia o è piena e netta o è meglio andare a votare. Saranno gli elettori a dire se il tentativo di Monti andava incoraggiato e sostenuto, o svilito e seppellito. I tempi sono duri e ormai giuochi e giochetti non sono consentiti. A nessuno.
Magazine Opinioni
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