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Figli dell’acqua e il segreto dovuto al visibile

Creato il 19 aprile 2013 da Vivianascarinci

Melusina in questo blog

da Melusina, Antonio Porta (1982-1987)

Così come la terra prepara i suoi frutti
si gonfia il ventre delle donne e quello della sirena,
dentro scalciano nuove vite
e l’orecchio sensibile delle madri ascolta
battere i cuori minuscoli con forza di guerrieri
pronti a inventare il mondo di nuovo
attraverso la luce velata della nascita
con uno strappo deciso
dall’invisibile al visibile
con la nostalgia dell’invisibile
erano figli delle acque
ora diventano figli dell’aria e delle parole

da La nuova  Melusina di Goethe (1807)

Eppure, nonostante ci fosse allegria tra noi, c’erano delle ore solitarie durante le quali si era indotti a riflettere, e mi capitò quello che ancora non mi era mai accaduto; vi rivelerò cosa e in che modo. Tutto intorno a me era perfettamente adeguato alla mia nuova statura e alle mie esigenze, le bottiglie e i bicchieri erano proporzionati al piccolo bevitore, anzi, se si vuole, di una misura relativamente migliore che da noi. Il mio piccolo palato trovava eccellenti i bocconi prelibati, un bacio dalla boccuccia di mia moglie era davvero incantevole, e non nego che la novità mi rendeva tutte queste circostanze molto gradevoli. Ma purtroppo non avevo dimenticato la mia precedente condizione. Sentivo in me una misura della mia antica grandezza che mi rendeva inquieto e infelice. Allora capii per la prima volta quello che i filosofi vorrebbero intendere parlando dei loro ideali, dai quali sembra che gli uomini siano tanto tormentati. Avevo un ideale di me stesso, e a volte in sogno mi sembrava di essere un gigante.


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