Figli - di Miriam Sorbo

Figlio insicuro,
nato da un errore d'amore,messo al mondo
senza la propria decisione.
Figlio certo,
nato da un sentimento
che serve per colmare l'istinto dei genitori.
Figlio della parvenza,del ricco,del povero.
Figlio della laurea
che ripone i suoi progetti nello zaino universitario.
Progenie di cui tutti decidono il suo destino,
la mamma, il papà,il potente.
Figlio della guerra,che combatte al fronte
per una battaglia che non
ha deciso egli di contendere.
Figlio di una bomba
che gli esplode addosso,inaspettatamente,
che non ha deciso lui di tenerla tra le mani.
Figlio dello sgomento,della morte fredda,
che è andato lontano a sostenere un fato
indesiderato,fatta di dolore e decesso.
Un destino non deciso dalla propria volontà,
diventando figlio di un deputato
che lo aspetta in Chiesa,
tra i gemiti travaglianti dei suoi cari.
Come un genitore vero,
pronto a coprire la bara
con la bandiera della Patria
e una algida medaglia al valore.
Pronunciando parole false,di cordoglio,
imparate e ripetute da un copione,
sempre lo stesso,sempre uguale,
espresse davanti ad una telecamera,
esponendo il suo profilo migliore.
Figlio illegittimo
di un politico fanatico,
che tiene i fili sospesi
di questo erede burattino,
muovendoli a suo piacimento.
Figlio di nessuno,
ma di un ministro
licantropo,losco,autorevole,magno e incerto.