Ecco cosa succede quando i giapponesi reinterpretano Harry Potter in salsa sci-fi e dating sim
Se pensiamo agli anni '90, alle ere videoludiche da SNES a PlayStation 2, il panorama jRPG di oggi ci appare immediatamente desolato. Non che non ce ne siano, anche se in quantità decisamente minore rispetto al passato, ma a parte i pochi franchise storici - dai tentativi di rinnovarsi più o meno apprezzabili - si sente la mancanza di nuove proprietà intellettuali e idee inedite in grado di stuzzicare la nostra attenzione come allora. Conception II, sequel di un jRPG per PSP del 2012 che non ha mai visto la luce in Occidente, rientra nella categoria delle occasioni mancate, e non tanto perché si fonda pigramente su un template collaudato - quello di Shin Megami Tensei: Persona, nella fattispecie - quanto per il modo in cui lo ripropone, infarcendolo di erotismo soft, sottintesi ed espedienti ludico/narrativi discutibili.
Wake Archus e i Doni della Vita
Supponiamo che abbiate tutti letto i romanzi o visto i film di Harry Potter. Provate a immaginare cosa sarebbe successo se a Harry, una volta giunto a Hogwarts, fosse stato ordinato dal professor Silente di copulare con Hermione Granger al fine di concepire una progenie di maghetti.
No, non è una brutta fanfiction, ma pressapoco la trama di Conception II, solo che il protagonista si chiama Wake Archus (a meno che non vogliate cambiargli nome) e non è un mago, bensì un adolescente contrassegnato da un marchio divino che gli conferisce dei poteri straordinari. Quelli come lui vengono spediti a studiare in un'apposita accademia, dove vengono valutati e addestrati a combattere contro i mostri che sbucano dai cosiddetti Dusk Circle sparsi per il mondo. Wake, poi, non è neppure uno studente qualsiasi, ma il "dono di Dio", poiché possiede una quantità di energia eterea fuori misura. Ragion per cui è "costretto", si fa per dire, a unirsi spiritualmente alle migliori ragazze dell'accademia attraverso un rituale denominato "classmating": la giovinetta in questione assorbirà il potere etereo di Wake e lo farà confluire in una speciale matriosca dalla quale sbucheranno dei bambini, manifestazione fisica dei loro poteri uniti e, praticamente, i loro figli.
Se tutto questo non vi pare abbastanza malato, allora sappiate che Wake sarà caldamente invitato dal rettore - un vecchio satiro dai commenti borderline pedofili - a conoscere meglio le varie studentesse e a sfornare sempre più bimbetti magici. Intorno a questa assurdità ruotano la trama principale, incentrata sulla chiusura dei Dusk Circle e sul vero scopo dell'accademia, e le storie dei vari comprimari, in particolar modo delle altre studentesse che dovremo frequentare tra un dungeon e l'altro per aumentare l'affinità e ottenere risultati migliori dal classmating. In parte dating sim, Conception II sbaglia completamente la mira proponendo dei personaggi decisamente scialbi e banali: l'interazione e il dialogo con le ragazze sarebbe un elemento cardine del gameplay e della storia, ma riesce difficile prendere a cuore le varie sottotrame anche per colpa di uno script decisamente infantile che gioca spesso su doppi sensi neppure tanto velati. Non è questione di essere bigotti - abbiamo adorato South Park: Il Bastone della Verità, tanto per dire - ma di saper trovare un equilibrio nel contesto di un'avventura come questa, cosa che Spike Chunsoft non è riuscita a fare. La componente dating sim, dunque, diventa un compitino da portare a termine il più presto possibile tra minigiochi discutibili e dialoghi francamente imbarazzanti, incorniciati da una storia decisamente scontata.
Conception II: Children of the Seven Stars - Trailer della demo
Wake Archus e i Dungeon della Noia
Se avete giocato almeno uno Shin Megami Tensei: Persona, allora sapete già cosa aspettarvi da Conception II. L'hub centrale è una schermata che permette di accedere ai principali servizi dell'accademia e dintorni, come negozi e stanze degli studenti con cui interagire, dialogare e stringere rapporti sociali. Seguendo la storia, costituita perlopiù da dialoghi tra gli artwork dei personaggi, si sbloccano man mano i vari Dusk Circle e i dungeon secondari che potremo esplorare più o meno liberamente: il concetto è che ogni dungeon è formato da molteplici piani generati casualmente, e il nostro obiettivo sarà raggiungere le scale per il piano successivo e il relativo checkpoint.
Ogni Dusk Circle propone un'ambientazione a tema, ma i vari piani al suo interno non si distinguono graficamente gli uni dagli altri, rendendo l'esplorazione piuttosto noiosa e ripetitiva in poco tempo. Il sistema di combattimento, per fortuna, pur non essendo privo di difetti, appare subito abbastanza interessante. Il party è composto da quattro unità, le quali sono in realtà dei gruppetti a loro volta: uno è costituito da Wake e da una delle sue ragazze, gli altri da un terzetto di bambini ciascuno. I bimbetti - detti anche Star Children - generati attraverso il classmating si differenziano per classi, abilità, statistiche e affinità elementali che dipendono dalla madre, dal rapporto che ha con Wake e da altri fattori che faranno la felicità dei più perfezionisti. Per quanto inquietante, il classmating è, a conti fatti, la feature più caratteristica e riuscita di Conception II.
Il battle system è altrettanto interessante, ma gran parte della sua complessità si spreca per via della facilità con cui ci si sbarazza dei nemici. Sostanzialmente ogni scontro si svolge a turni e i gruppetti che formano il party del giocatore possono attaccare il nemico da una direzione delle quattro possibili: alcune di esse, tuttavia, permetteranno di colpire il bersaglio nel suo punto debole, infliggendo più danni, e certe abilità sono progettate per attaccare da una o più direzioni specifiche. A questa componente strategica se ne sommano altre, come l'indicatore Chain Drive che aumenta attaccando il nemico da posizioni rischiose, premiandoci però con dei turni extra, o il livello di Ether Density. Tutte queste feature tuttavia si possono bellamente ignorare nella stragrande maggioranza dei combattimenti, e finiscono semplicemente col riempire un'interfaccia non proprio pulitissima. È colpa anche del comparto tecnico fatto di alti e bassi: è bello vedere mamma e papà seguiti dai loro colorati figlioletti a zonzo per i dungeon, ma la monotonia delle ambientazioni e dei nemici, che si assomigliano un po' tutti, è molto meno piacevole, così come l'aliasing che impasta l'immagine, rendendo alcuni scontri e cutscene abbastanza confusi. Lo stesso vale per l'accompagnamento sonoro: le musiche sono orecchiabili ma non certo indimenticabili, mentre il doppiaggio - in inglese, come tutti i testi - a tratti è veramente pessimo e contribuisce a peggiorare la già precaria situazione narrativa.
Pro
-
Il classmating funziona decisamente bene
-
Sistema di combattimento interessante
-
Ad alcuni giocatori i sottintesi faranno sorridere...
Contro
-
...ma ad altri decisamente no
-
Dungeon ripetitivi e sbilanciati
-
Trama e personaggi sottotono