Foto: Archivio Privato
V. Scarpetta
Percorrendo la biografia di Eduardo De Filippo, dai primi anni della sua formazione artistica e fino quasi alla nascita della compagnia "Il Teatro Umoristico" insieme a Titina e Peppino, spessissimo ci si imbatte nel nome di Vincenzo Scarpetta, nella cui compagnia Eduardo ha recitato a lungo ed a più riprese. Figlio legittimo del "patriarca" Eduardo, unico accanto a svariati fratelli naturali, nati da relazioni che suo padre ebbe con diverse donne, il destino di Vincenzo apparve scritto fin dalla più tenera età. Nato nel 1877, debuttò a undici anni (anche se tre anni prima aveva già calcato il palcoscenico del Teatro Rossini a Napoli come interprete di una canzone) nel celeberrimo ruolo di Peppeniello, appositamente scritto per lui nell'altrettanto celebre commedia paterna "Miseria e nobiltà". Pur mostrando fin da giovanissimo una spiccata predilezione ed un naturale talento per la musica, si trovò quasi "costretto" a dedicarsi invece alla recitazione per volontà del padre, il quale vide in lui il suo unico erede in palcoscenico. Questo tuttavia non impedì a Vincenzo di comporre canzoni, oltre alle musiche delle sue commedie, alcune delle quali concepite proprio in forma di parodie musicali. Tra le sue passioni anche il café-chantant, molto in voga nei primi anni del secolo scorso e che lo avvicinò alla cantante e ballerina Eugénie Fougère, con la quale visse una grande storia d'amore, fortemente osteggiata, ancora una volta, da Eduardo Scarpetta.
Ma i talenti di Vincenzo sono innumerevoli. Fu un grande autore e interprete di commedie en travesti e di riviste, si cimentò in spettacoli di trasformismo, sulla scia del genere che ebbe il massimo esponente in Leopoldo Fregoli, di cui il giovane Scarpetta fu uno strepitoso imitatore. Si dedicò inoltre anche al cinema (recentemente è stato ritrovato presso la cineteca di Olso il film "Il gallo nel pollaio" che lo vede protagonista, sottotitolato in norvegese e restaurato grazie al contributo della Fondazione Eduardo De Filippo). Quando suo padre iniziò ad allontanarsi dalle scene, per poi ritirarsi definitivamente nel 1909, Vincenzo "ereditò" anche il personaggio di Felice Sciosciammocca. Per rispetto ad Eduardo Scarpetta, che aveva creato questo personaggio identificandovisi totalmente, Vincenzo continuò a farlo rivivere nelle sue commedie, liberandolo tuttavia dal carattere fisso che aveva rivestito fino a quel momento e attribuendogli di volta in volta i tratti più diversi.
Tuttavia, nonostante la sua poliedricità ed i successi che raccolse in vita, la sua bravura ed il suo talento col tempo furono offuscati dalla fama del padre e successivamente dei fratelli De Filippo. Qualche anno fa Maria Beatrice (Mariolina) Cozzi Scarpetta, moglie di uno dei nipoti di Vincenzo, decise di raccogliere l'invito che più volte sua suocera le aveva rivolto: andare ad aprire l'armadio a muro di Palazzo Scarpetta in cui giaceva l'eredità artistica de «lu figlio de Scarpetta». Ne venne fuori un numero incredibile di copioni, ritagli di giornale, fotografie, spartiti, lettere. In breve, la vita di un grande artista quasi dimenticato.
Mariolina trasferì tutto il materiale in casa propria ed avviò un'accuratissima opera di sistemazione e di studio di quella mole di documenti e, dopo anni di lavoro appassionato, è giunta finalmente a restituire la meritata visibilità a Vincenzo Scarpetta con il volume "Teatro (1910 - 1920)", pubblicato dall'editore Liguori. Introdotte da un profilo dell'autore di Cristiana Anna Addesso, dell'Università Federico II di Napoli, vi sono pubblicate quattro commedie scritte nel decennio '10-'20 del secolo scorso. Oltre alla notissima "'O tuono 'e marzo", già edita da Eduardo De Filippo per Einaudi insieme ad altre commedie di Scarpetta padre, e della quale lo stesso Eduardo ci ha lasciato una fortunata edizione televisiva, vengono presentati tre testi inediti: "Statte attiento a Luisella", "La vendetta di Ciociò" e "'O guardiano e muglierema". Si tratta di opere di una comicità travolgente, con personaggi che danno vita a situazioni che si susseguono ad un ritmo incalzante. Tradimenti, scambi di persona, qui-pro-quo e colpi di scena a non finire. Leggendo queste commedie, non si può fare a meno di immaginarle riportate sul palcoscenico con scenografie e costumi; si riesce quasi a sentire l'inflessione della meravigliosa lingua napoletana che, a mio parere come poche altre, ha il dono innato di rendere viva la comicità, con espressioni assolutamente esilaranti. Ecco, ad esempio, come in "Statte attiento a Luisella", la mamma di una giovane cantante di varietà decanta le doti di sua figlia alla signora presso la quale ha lavorato come cuoca:
FILOMENA Sissignore. N'artista, sapete. Io 'a verità m'era proprio seccata 'e sta vicino 'o ffuoco, nun era cchiù vita pe me, il carbone mi stava arrovinando la fantasia, me ne andai da voi e comme si aveva fare per vivere onestamente? Vedette che lei ci teneva una gran passione per fare la canzaiola... canzonettara... la canzonettista, la feci ributtare... e che uscì da quella bocca quando ributtò!
A questo proposito, credo valga la pena sottolineare come, pur trattandosi di copioni destinati ad essere rappresentati in teatro, si tratta di testi per i quali anche la semplice lettura risulta ugualmente piacevolissima.
Il volume è uscito nelle librerie poco più di un mese fa e lo scorso 2 luglio è stato presentato nell'incantevole spazio del Sottopalco del Teatro Bellini di Napoli. Accanto a Mariolina Cozzi Scarpetta sono intervenute la scrittrice e critica teatrale Delia Morea e Cristiana Anna Addesso, autrice della nota biografica di Vincenzo Scarpetta. Ad arricchire l'evento, la presenza degli attori Antonio Buonanno ed il giovane Eduardo, figlio di Mario Scarpetta, che porta avanti la tradizione di questa grande famiglia di artisti. I due hanno interpretato alcune scene tratte dalle commedie pubblicate nel volume.
Mi capita spesso di riflettere sul fatto che la mia - ormai antica - passione per Eduardo mi ha arricchito sotto molti punti di vista, portandomi a percorrere strade che altrimenti credo non avrei mai scoperto. E su una di queste strade ho avuto la fortuna di incrociare Mariolina Cozzi Scarpetta, una donna speciale che mi ha contagiato con la sua passione e che diverse volte è stata anche "inviata sul campo" per questo piccolo blog. Sono quindi particolarmente felice di aver ospitato in questo spazio il suo bellissimo lavoro, figlio di una grande, profonda passione per un personaggio che merita davvero di essere riscoperto.
Teatro (1910 - 1920). Volume IVincenzo Scarpetta, a cura di Maria Beatrice Cozzi ScarpettaLiguori Editore