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Figli proibiti

Creato il 23 maggio 2012 da Albertocapece

Figli proibitiLicia Satirico per il Simplicissimus

Il 29 settembre 1949 Pio XII, nell’Allocuzione ai partecipanti al IV congresso nazionale dei medici cattolici, pronunciò una dura condanna contro la pratica immorale della fecondazione eterologa: «solo gli sposi hanno un diritto reciproco sul loro corpo per generare una nuova vita, diritto esclusivo, non cedibile, inalienabile». Non è quindi un caso che la legge 40 del 2004, clerosensibile,punisca con una pesantissima sanzione amministrativa (da 300.000 a 600.000euro) le pratiche di fecondazione con ovociti o gameti non appartenenti allacoppia. Il fatto è che gli unici paesi al mondo a vietare in qualunque formal’eterologa sono Italia, Lituania e Turchia, mentre persino l’Azerbaigian –lontano da influenze vaticane – vanta una legislazione più liberale in materia.

Ieri la Corte costituzionale ci ha dato, per qualche ora,l’illusione che le cose potessero cambiare: non solo perché nel 2010 la Corteeuropea dei diritti dell’uomo ha ritenuto il divieto contrario agli articoli 8e 14 della CEDU, ma soprattutto per il netto contrasto tra l’attuale disciplinae la nostra carta costituzionale. L’illusione si è trasformata in delusione:con decisione pilatesca la Corte ha rinviato gli atti ai tribunali che avevanosollevato la questione di costituzionalità, invitandoli a riconsiderare laquestione alla luce di una più recente pronuncia della giurisprudenza europea.Il 3 novembre 2011 la Grande Chambre di Strasburgo ha infatti recuperato (per i capelli) la legittimità del divieto in rapporto allepeculiarità “storico-culturali” dei singoli Stati membri dell’Unione Europea.

Quella della Consulta è una decisione interlocutoria, concui i giudici prendono tempo nella vana attesa di una modificalegislativa: è probabile che la Cortedebba pronunciarsi di nuovo tra pochi mesi, sempre che se ne creino lecondizioni. Sì, perché le peculiarità “storico-culturali” del nostro Paese nonlasciano troppe speranze sul ripensamento di una norma insensata e crudele, cheha gravi ripercussioni sui portatori di malattie genetiche. Anche l’Azerbaigianha peculiarità storico-culturali meno invalidanti delle nostre.

Esulta Eugenia Roccella, ex radicale libera ed exsottosegretario alla salute: «lastrada per un nuovo ricorso è tutta in salita e sembra difficile che si possagiungere a stravolgere la legge 40 in questo modo». È quasi un enigmazen: per l’abrogazione di una norma che emargina l’Italia dal resto d’Europa lastrada è in salita. Per ora il divieto resta: beninteso, solo per alimentare ilturismo procreativo e le discriminazioni economiche tra chi può permettersi diandare all’estero per aggirarlo e chi, invece, resta invischiato nella tramaeticizzante che lo accompagna. La Roccella parla di sentenza “ragionevole”, mala presunta ragionevolezza della pronuncia non rende meno irragionevole ildivieto: le pratiche di fecondazione eterologa sono sicure, non comportano laperdita di embrioni e non implicano nemmeno la violazione dei doveri di fedeltàconiugale, per la tranquillità dei cattolici.

A ridurre il pericolo di un mercato di ovociti e gametisarebbe bastato inserire nella legge 40 l’obbligo della gratuità delladonazione. I rischi “sociali” della fecondazione eterologa potrebberofacilmente essere ridotti assimilando i figli così concepiti a quelli adottivi,superando di slancio il mito sopravvalutato della paternità biologica.D’altronde, compito laico di una legge non dovrebbe certo essere quello diproibire allo scienziato di “sostituirsi a Dio”, né tanto meno quello diblindare i criteri della generazione umana distinguendo tra eletti e reietti.

La Roccella si scaglia contro la magistratura mossa damotivazioni ideologiche, dando l’impressione di parlare di se stessa (a suainsaputa?). Se il nostro fosse un paese laico dovremmo chiederci perché laprocreazione “artificiale” sia meno degna di quella “naturale”, perché portiancora in sé quel crisma di immoralità recondita di cui parlava Pio XII: lostesso gettato dalla legge 40 sulla diagnosi embrionale pre-impianto, spacciatascandalosamente per pratica eugenetica. Dovremmo chiederci perché il nostroparlamento sia concentrato sull’embrione e non sulla tutela socialedell’infanzia e della maternità. Dovremmo chiederci per quale ragione legerarchie ecclesiastiche diventino interlocutori politici per tutelare le vitein limine e non si preoccupino di punire i sacerdoti pedofili. Dovremmochiederci perché la Cei ingerisca nelle nostre questioni bioetiche aggirando ilpagamento dell’Imu sugli edifici di culto. Dovremmo chiederci, soprattutto,perché attendere l’intervento di una Corte riluttante per modificare una leggeche non piace a nessuno. Salvo che a Eugenia Roccella, cui consigliamo un bel viaggioin Azerbaigian.


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