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Le Filippine e la Sardegna non sono poi così lontane. Un monito che viaggia migliaia di km tra due realtà apparentemente differenti ma protagoniste di un copione già visto: l'uomo e il suo passo pesante sul territorio. Il classico elefante nel negozio di cristalli o se preferite un effetto domino che non conosce barriere, passaporti, lingue e religioni. Non esistono più paesi in via di sviluppo e paesi avanzati ed industrializzati, esistono scelte urbanistiche scellerate e onnivore, costruttori che parlano di infrastrutture, PIL, pezzi di terra ancora da riempire, volumi di investimenti, disinformazione mascherata da opportunità di crescita, popoli da educare come dei bravi alunni, educati, ma non informati, c'è una bella differenza.
Il sito web "Footprintnetwork" ci dà un esempio della pressione che 7 miliardi di persone stanno esercitando sul pianeta. La data del 20 agosto di quest'anno è il bollino rosso per quello che l'uomo consuma e quello che la terra, in termini di risorse può offrire. In pratica ogni anno la razza umana ha una sorta di budget da utilizzare: aria, acqua, agricoltura, allevamenti, quantitativi di Co2 immessi nell'atmosfera ecc. questo capitale dovrebbe bastare per un anno, ma in realtà viene esaurito molto prima. Ciò comporta uno stress per il pianeta che viene letteralmente spremuto come un limone per i restanti mesi. Sostanzialmente adesso servirebbe una terra e mezzo per soddisfare le richieste di queste 7 miliardi di persone. Questa data di "esaurimento scorte" si va riducendo di anno in anno (è una data approssimativa, non esatta al 20 agosto, ma il principio è quello di un uso sproporzionato delle risorse terresti che aumenta annualmente), nel 1993 questa data era fissata circa il 21 ottobre, nel 2003 era il 22 settembre. I paesi più famelici sono la Cina, la Francia, l'India, gli Stati Uniti, l'Egitto, la Grecia, il Regno Unito, l'Italia, la Svizzera, il Qatar ed il Giappone che addirittura necessiterebbe di ben altri 7 "Giappone" per bilanciare la sua fame di risorse! L'Italia si ferma a 4.
La specie "uomo" ha drasticamente accellerato un altro elemento chiave, la deforestazione. Secondo decine e decine di organizzazioni ambientali ( per citarne una la "United Nations Framework Convention on Climate Change") questo fenomeno, concentrato drammaticamente nelle foreste tropicali, contribuisce per il 20% all'effetto serra con il relativo riscaldamento globale. Questi "immensi" polmoni verdi forniscono il 30% del totale di acqua fresca del pianeta, stiamo lentamente chiudendo il rubinetto di uno degli elementi primari del nostro organismo. Tra i vari paesi più in pericolo troviamo : Malaysia, Sri Lanka, Laos, Congo, Ghana, Cina, Colombia, Brasile, India, Indonesia, Myamar, Messico, Thailandia, Nigeria. Le cause principali sono dovute con circa il 48% per "Agricoltura di Sussitenza", al 32% troviamo "Agricoltura Commerciale", al 14% uso del legname per scopi commerciali ed al 5% per fini energetici. Il Madagascar ha già compromesso il 90% delle proprie foreste nell'est del paese. Per i maniaci del PIL questo vuol dire circa un 7% in meno nel PIL mondiale entro il 2050. Le promesse di sviluppo, di lavoro, di prosperità per questi paesi sopracitati, hanno lo stesso effetto di un fiammifero, una bella fiammata iniziale, ma sul lungo termine nessun reale profitto, ma anzi un danno irreparabile a biodiversità, fiumi e conseguentemente mari, erosione dei suoli e nessunu turista disposto a spendere più un centesimo.
Qualche governo cerca di correre ai ripari, in El Salvador tra il 1992 ed il 2001 la foresta tropicale è aumentata del 20%, in Cina la percentuale di foreste, in alcune aree, sembra sia cresciuta di qualche punto percentuale, in Senegal una organizzazione di giovani è stata capace di piantare oltre 6 milioni di mangrovie. Ci vogliono ancora più esempi virtuosi, i Governi mondiali dovrebbero sostenere e promuovere la crescita delle foresta invece che siti industriali e PIL.
Per il 2030, secondo uno studio comparato della "Banca Mondiale" intitolato "Costruzioni Resistenti: Integrare lo sviluppo con i rischi ed i disastri Climatici", saranno 325 milioni le persone a rischio maltempo solo nei territori dell'Africa sub-sahariana e del sud Asia, con la perdita di un trillione di dollari, con costi per la ricostruzione più alti del 50% rispetto ad una costruzione iniziale. Sempre secondo questo studio la tendenza tra eventi climatici eccezionali e sfollati è in costante aumento.
La corruzione spesso è il vettore chiave per infrastrutture qualitativamente scarse, costruzioni in aree ad alto rischio idrogeologico, permessi rilasciati senza nessun tipo di studio di settore. L'opinione pubblica ha sempre più il ruolo di spettatrice passiva laddove sono già state prese le decisioni più importanti. "Volete questa autostrada, costruzione, svincolo, palazzina, qui o 50 metri più avanti?" Si fa crede alla gente che hanno ancora la possibilità di scegliere, la caramellina per gli stolti, mentre chi si oppone in toto è considerato contro il progresso. I posteri sono l'ancora di salvezza di questi speculatori-politicanti, lo scorrere del tempo farà dimenticare il responsabile di quell'opera risultata dannosa ed inutile. Nessun colpevole, nessun testimone, tutto ed il contrario di tutto.
L'esempio italiano in Sardegna è l'ennesima dimostrazione di un paese che non vuole e non deve prendersi nessun tipo di responsabilità. Ci sono ancora paesi da ricostruire per terremoti o inondazioni degli anni passati, ci sono ancora processi in corso per disastri ambientali talmente datati che la gente non si ricorda più la cause. L'emotività per un evento drammatico ha una durata breve, il tempo di rimuovere le foto degli sfollati dai giornali, di qualche crollo in diretta su youtube, le urla di protesta si affievoliscono e nessuno ci pensa più. Eppure in Italia ci sono 1.200.000 immobili fantasma, figli dall'abusivismo, tra il solo 2003-2011 sono state costruite 26000 strutture abusive, su 46760 richieste di abbattimento solo 4956 sono state effettuate. L'Italia è il paese dei numeri magici: dal 1956 ad oggi la popolazione è aumentata del 12%, ma il numero di case è aumentato del 50% (fonte l'Espresso). Ci vorrebbero 40 miliardi per la messa in sicurezza ma il Governo propone appena 30 milioni all'anno, le priorità sono gli stadi di calcio nuovi con centri commerciali e colate di cemento per addomesticare un pò di più il popolo lobotomizzato. Nel paese dove ci sono ancora opere incompiute dai mondiali di calcio del 1990, non voglio nemmeno immaginare come andranno le cose con questa nuova brillante opera del Governo. "La parte di Olbia più colpita, è di case edificate nei canali e condonate da quella politica che oggi vuole cancellare il piano paesistico. La stessa politica che, osannata dalla gente con Berlusconi sul palco a fare da testimonial ai candidati del centro-destra, voleva fare Olbia 2, sono gli stessi comitati d’affari continentali ed internazionali che flirtano con un autonomismo populista di facciata che in realtà è un neocolonialismo mascherato", sottolinea l'architetto Stefano Boeri su questa vicenda. Il Governo italiano continua a spendere oltre 12 miliardi di euro tra sussidi diretti ed indiretti per fonti fossili, così Legambiente denuncia in un suo dossier ed un articolo sul quotidiano "Repubblica". Ai dati di Legambiente ha replicato Zanonato (ex sindaco di Padova, quello del muro di via Anelli, opera di lungimirante ed attenta azioni politica), ministro per lo sviluppo economico del Governo Letta. "Non esistono sussidi per fonti fossili per 12 miliardi". Per il ministro i dati di Legambiente sono balle senza fondamento, dati gonfiati. Su questo link potete farvi un'idea. Un Ministro che non supporta le fonti rinnovabili ma anzi le considera quasi un peso per il paese che razza di ministro è?! Una politica che investe ancora in armamenti, senza aver il coraggio di diversificare la spesa, dove un referendum per l'acqua pubblica è ancora ignorato dai più, dove i giovani che scappano dall'Italia sono un esercito, secondo i dati dell' AIRE (Anagrafe degli Italiani all'estero) +30% nel solo 2012, senza considerare quelli che se ne vanno ma continuano ad avere la residenza in Italia, dove non ci sono i soldi per introdurre una forma di reddito minimo, l’Italia, assieme alla Grecia, è l’unico Paese dell’UE dove non esista una misura simile. Non una parola, però, sul tassare gli oltre 100 miliardi di euro rientrati con lo scudo fiscale e in buona parte frutto di elusione ed evasione fiscale, se non di peggio.
Questa è l'Italia che cerca disperatamente nella politica le risposte ad un presente sempre più caotico. Un popolo totalmente immaturo che segue senza "se" e senza "ma" il politico di turno, schiavo di una ideologia, di un credo impresso con una croce su un pezzo di carta, che non ha il coraggio di cambiare idea, di immaginare, di criticare, di mettersi in gioco e di lottare perchè il sistema (corrotto) insegna e addomestica.
Italia riflesso di un mondo con troppe brutte copie e sempre meno pezzi orginali......maremmacinghialaaaaaa
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