ARCHITETTURA
sotto gli studi tecnici per la realizzazione della cupola, egli conclude l'opera solamente nel 1436:
durante questo periodo, naturalmente, si dedica anche ad altri progetti, come l'Ospedale degli Innocenti del 1419, la Sagrestia Vecchia del 1421, la Chiesa di San Lorenzo del 1423 sotto
La Chiesa di Santo Sprito costituisce un capolavoro basato sulla combinazione tra pianta centrale e croce latine: l'intera struttura, inclusi il capocroce e il transetto, è circondato da un colonnato di campate quadrate, dando origine a un camminamento in cui si aprono 40 cappellette a nicchia. come da pianta a fotografia qui riprodotta
sotto una riproduzione lignea della cupola di santa maria M di firenze
Grazie al suo ingegno videro la luce opere monumentali contraddistinte da pulizia, chiarezza e ordine, realizzate a partire da moduli espressi in braccia fiorentine dai quali venivano ricavate proporzioni perfette in multipli e sottomultipli. Punto di partenza della sua arte, insomma, era la purezza di forme, garantita dall'impiego essenziale di elementi decorativi e dal ricorso all'arco a tutto sesto.
Lo schema generale, come nelle altre opere di Brunelleschi, si ispira a un precedente medievale, in questo caso la sala capitolare di Santa Maria Novella (il Cappellone degli Spagnoli), con un vano principale a pianta rettangolare e scarsella sotto PARTE DEL DIPINTO CAPPELLONE DEGLI SPAGNOLI
L'interno è molto essenziale e si basa, come nella Sagrestia Vecchia, nel modulo a 20 braccia fiorentine (circa 11,66 metri), che è la misura della larghezza dell'area centrale, dell'altezza dei muri interni e del diametro della cupola, in modo da avere un cubo immaginario sormontato da una semisfera. A questa struttura vanno aggiunte le due braccia laterali (coperte da volta a botte), un quinto ciascuno rispetto al lato del cubo centrale, e la scarsella dell'altare (con cupoletta), larga un altro quinto, pari all'arco di ingresso. La principale differenza con la pianta della sagrestia Vecchia è quindi la base rettangolare, che fu forse influenzata dall'assetto dei preesistenti edifici circostanti.
Interno della Cappella dei Pazzi Una panca in pietra serena corre sul perimetro e venne costruita per permettere l'uso della cappella come luogo di riunione per i frati. Dalla panca si dipartono le paraste corinzie, sempre in pietra serena, che scandiscono l'ambiente e si collegano alle membrature superiori; grazie all'espediente della panca che fa da zoccolo, esse sono alla stessa altezza di quelle della scarsella, rialzata di alcuni gradini[46]. L'apertura ad arco sopra il vano dell'altare è riprodotta anche sulle altri pareti, così come il profilo della finestra tonda sulla parete di accesso, creando un puro ritmo geometrico. La cupola a ombrello è segnata dai sottili costoloni a rilievo e la luce inonda la cappella dalla lanterna e dalle finestrelle disposte sul tamburo. Il grigio omogeneo e profondo della pietra si staglia sul fondo a intonaco bianco, nello stile più tipico del grande architetto fiorentino.
NEL VIDEO ntervista al Professor Massimo Ricci. Realizzata da The Voyager(www.thenewvoyager.blogspot.com); autore: Filippo Martelli. Il Professor Ricci spiega la regola costruttiva della Cupola di Santa Maria del Fiore. PRIMA PARTE
La decorazione plastica è strettamente subordinata all'architettura, come nella Sagrestia Vecchia: le pareti accolgono dodici grandi medaglioni in terracotta invetriata con gli Apostoli, tra le migliori creazioni di Luca della Robbia; più in alto si trova il fregio, sempre con il tema dei Cherubini e dell'Agnello. Nelle vele della cupola, altri 4 tondi policromi, sempre in terracotta, che rappresentano gli Evangelisti, sono attribuiti a Andrea della Robbia o al Brunelleschi stesso che ne avrebbe curato il disegno prima di affidarne la realizzazione alla bottega dei Della Robbia: in queste opere nella scelta dell'artefice si può cogliere la polemica di Brunelleschi contro le decorazioni troppo espressive di Donatello nella Sacrestia Vecchia, con il quale interruppe di fatto la fino ad allora proficua collaborazione
SECONDA PARTE VIDEO
Secondo Brunelleschi era preferibile non mettere ancone (pale dipinte o scolpite) sugli altari, preferendo il ricorso alle sole vetrate sulle pareti. Le due vetrate della scarsella completano infatti il ciclo iconografico dei medaglioni e sono state realizzate su disegno di Alesso Baldovinetti: raffigurano Sant'Andrea (quella rettangolare) e il Padre Eterno (nell'oculo), che è in diretta corrispondenza con il medaglione di Sant'Andrea sulla porta d'ingresso nel portico
La guerra contro Lucca (1430-1431)
Nel 1430 Brunelleschi, Donatello, Michelozzo e Ghiberti erano impegnati nelle opere difensive dell'accampamento fiorentino durante la guerra contro Lucca Brunelleschi arrivò sul campo di battaglia il 5 marzo, quando i fiorentini iniziavano l'assedio della città. Filippo studiò un modo per deviare il Serchio e allagare la città, e da aprile a giugno lavorò a un complesso sistema di chiuse a Nord, coordinate da un sistema di argini dagli altri lati. Purtroppo però l'impresa si rivelò un fallimento e l'acqua invase il campo fiorentino, vanificando l'assedio.
Al rientro si dedicò al proseguimento dei lavori della cupola. Nel 1431 fu incaricato di predisporre l'altare di San Zanobi e creare una cripta, mai realizzata, nel Duomo di Firenze
Viaggi e rientro (1432-1434)
Nel 1430 venne consultato per il tiburio del duomo di Milano. Nel 1432 fece un viaggio a Ferrara ospite di Niccolò III d'Este e successivamente si spostò a Mantova da Giovan Francesco Gonzaga, dove venne consultato per questioni idrauliche legate al corso del Po. Delle opere eseguite nelle due città restano tracce nulle o molto scarse[. Visitò anche Rimini per consulenze varie
Tornato a Firenze, ricevette l'incarico di scolpire un lavabo per la Sagrestia delle Messe del Duomo, che venne poi eseguito dal Buggiano, suo figlio adottivo dal 1419[. Il naufragio sfiorato del suo "badalone", l'imbarcazione con eliche da lui brevettata per il trasporto dei materiali in Arno, comportò la revoca del permesso di navigazione dell'imbarcazione
Nel 1433 Brunelleschi conobbe Mariano di Jacopo, detto il Taccola, un inventore di congegni e macchinari che restò affascinato dalle gru e dagli argani progettati per il cantiere della cupola, tanto da riportare nel suo trattato De ingeniis un'"intervista" a Brunelleschi stesso. Lo stesso anno l'architetto si recò a Roma per un ulteriore studio dell'antichità classica: in special modo i suoi interessi si diressero verso lo studio degli edifici a pianta centrale. VEDI SOTTO CARATTERISTICA ARCHITETTONICA
Nel 1434 venne incarcerato per il mancato pagamento della tassa di iscrizione all'arte dei Maestri di Pietra e Legname, ma viene rilasciato grazie all'intervento dell'Opera del Duomo. Suo figlio adottivo, il Buggiano, era nel frattempo fuggito a Napoli con i suoi denari e gioielli, ma grazie all'intervento di papa Eugenio IV viene fatto tornare a Firenze[47].
La Rotonda degli Angeli (dal 1434)
Pianta della Rotonda degli angeli RIPRODOTTA SOPRA
Tornato libero, nel 1434 Brunelleschi stipulò il contratto per la costruzione della rotonda di Santa Maria degli Angeli su commissione dell'Arte di Calimala, dove lavorò fino al 1436 lasciando l'opera incompiuta[47]. È l'unico edificio a pianta centrale progettato da Brunelleschi senza doversi misurare con strutture continue.Il progetto si rifaceva ai modelli classici a pianta centrale e prevedeva una pianta ottagonale all'interno, circondata da una corona di cappelle comunicanti tra loro. L'altare doveva trovarsi probabilmente al centro, coperto da una cupola. Ciascuna cappella, di forma quadrata con due nicchie ai lati che la fanno sembrare ellittica, aveva una parete piana verso l'esterno, mentre negli spazi dei pilastri erano tagliate nicchie esterne forse destinate ad essere decorate da statue. Le nicchie interne dovevano essere in comunicazione l'una con l'altra, in modo da generare un andamento circolare dello spazio
Nel 1445 veniva inaugurato, sebbene non ancora concluso, lo Spedale degli Innocenti, la prima architettura avviata da Brunelleschi. Lo stesso anno si iniziò la costruzione delle Tribune morte del Duomo, progettate fin dal 1438, e nel febbraio/marzo 1446 veniva messa in opera la lanterna della cupola.
Brunelleschi morì a Firenze nella notte tra il 15 e il 16 aprile del 1446, lasciando come erede, di una casa e di 3.430 fiorini, il figlio adottivo BuggianoLa sua tomba venne inizialmente collocata in un loculo nel campanile di Giotto e trasferita solennemente in duomo il 30 settembre dello stesso anno. Persa la sua localizzazione nel corso dei secoli, fu riscoperta solo nel 1972, durante gli scavi della chiesa di Santa Reparata sotto la cattedrale sotto la tomba di brunelleschi
UNA EPIGRAFE RIPORTA SCOLPITA SULLA TOMBA DI BRUNNELLESCHI
« QUANTUM PHILIPPUS ARCHITECTUS ARTE DAEDALEA VALUERIT, CUM HUIUS CELEBERRIMI TEMPLI MIRA TESTUDO, TUM PLURES MACHINAE DIVINO INGENIO AB EO ADINVENTAE DOCUMENTO ESSE POSSUNT - QUAPROPTER OB EXIMIAS SUI ANIMI DOTES SINGULARESQUE VIRTUTES - XV- KL MAIAS ANNO MCCCC XLVI EIUS B.M. CORPUS IN HAC HUMO SUPPOSITA GRATA PATRIA SEPELIRI IUSSIT. » (IT)
« Quanto sia stato eminente Filippo nell'arte di Dedalo è mostrato dalla meravigliosa cupola di questo tempio molto famoso, e dalle molte macchine inventate da lui per divino ingegno. E per le eccellenti qualità del suo animo e le sue singolari virtù, il suo corpo ben meritevole è stato sepolto in questa terra il 15 maggio 1446 per ordine della sua grata madrepatria ITALIA
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