Filippo Ravizza - Nel secolo fragile, La Vita Felice, 2014
Con consapevole profondità e con attentissima ricerca cosmica, ineluttabile e contestualizzabile storic
dalla sezione I VOLTI DELLA PIAZZA
Sorridere
Sorridere sui volti della piazza
questo è tempo è acuto scendere
verso una sera che non pensavi: ora
è di tutti la vacanza l’acuta ritmata
povertà: c’è un non oltre guarda manca
per sempre il vivere veloce del destino...
sarà seguire un ponte senza uscita
cammineremo nelle dorate care luci
affacciate nella notte sopra
le acque distanti sopra
uno scorrere pieno...
il lembo o forse la parola
di un grande fiume.
dalla sezione PERSINO LA MEMORIA
Geografia
Poca speranza unica generazione
luci luci di Lione passo dopo
passo un viaggio della mente
volando fino a Torino fino a
quel ristorante alle antiche
dolcezze di un vino denso forte
esempio di cenere e moralità.
Europa Europa campagne e picchi
neve e case bianchi tetti
Europa Europa perché solo io
ti canto?
Non passano più popoli e poeti
non guardano più nell’orizzonte
non vedono speranza non vedono
futuro?
Davvero questa è la fine della tua
Storia? Mai più canzoni o corse
abbracciati tutti verso un futuro
ampio?
Ora si è chiusa la voce tacitata
per sempre in questo luogo
qui dove tramonta il sole? Cade
l’avvenire?
Tutto è spento tranne qualche
nostro cuore...
si è fermato il movimento
delle cose immobile è la vittoria
del mercato... ogni atto si avvita
piega se stesso... poche allora
le parole rare troppo rare le poesie
tristi troppo tristi e poche e grigie
le giornate oscena la perdita cosciente
di queste nostre vite.
dalla sezione I POPOLI E LE CLASSI E IL NIENTE CHE NON È NIENTE
Nel niente di popoli e di classi
Le controversie del tempo ritornano
dentro le mattine tutte uguali
spalancano al cuore al volto agli occhi
le mani le chiavi degli uffici
sono aliti di luce sono volontà
antica consuetudine in questi momenti
rallentati rallentati gesti al confine
tra silenzio e verità...
non è stato dato...
dunque non erano queste generazioni
nate a costruire nate per aprire...
tutto è in questa ripetuta e lieve
andatura immobile... tutto è
nel niente di popoli e di classi
senza più storia senza più
destino... sappiamoci così sappiamoci
piegati all’incessante cadere
di giorni tutti uguali tutti soli
tutti come noi siamo ora adesso
compresi nel racchiuso spazio
del movimento insieme come un gesto.
dalla sezione IO, TU, NOI: IL NOME
Moltitudini
Una mattina come tante
una mattina senza ponti
all’orizzonte... pronti pronti
a muoverci nel niente capaci
ancora di raggiungere pacati
e fermi nella mente le porte
curve e opache degli uffici…
questa mattina ancora ancora
un’altra nell’epoca più grande
della Storia che si è arresa si è
trovata lontano da noi lasciandoci
soltanto bordi di memoria...
rivedi le belle bandiere! come
si correva come si correva come
si muovevano salde nelle mani mentre
saremo finalmente tutti uguali
pensavamo
frantumando il vento!
nelle mattine che verranno è difficile
lo sai molto difficile
che la Storia
riprenda il suo cammino...
potente è la forza e vuole che tutto
resti così così com’è nel disegno
che tolse a noi la città più bella
là dove corrono insieme le voci
si fondono ai rumori ai passi
sincroni delle moltitudini.
A tutti quei ragazzi che – come me – vissero attivamente l’anno 1968 e i 5 o 6 anni a seguire.
Filippo Ravizza
è nato a Milano, ove risiede, nel 1951. Ha partecipato intensamente alla vita delle riviste a partire dai primi anni Ottanta ricoprendo, nel corso del
tempo, la condirezione del semestrale di poesia «Schema», di quello di scrittura, pensiero e poesia «Margo», del semestrale di poesia, arte e filosofia «La
Mosca di Milano». Ha pubblicato saggi e poesie su numerose altre riviste letterarie, tra le quali «In folio», «La clessidra», «L’Ozio letterario»,
«Materia», «Poesia», «La Corte», «Quaderno», «Iduna», «Atelier», «Poiesis», «Capoverso», «Gradiva». Ha già pubblicato sei raccolte di versi: l’ultima in
ordine di tempo è la plaquette «La quiete del mistero» (Amici del Libro d’Artista, 2012), preceduta da «Turista» (LietoColle, 2008), «Prigionieri del
tempo» (LietoColle, 2005), «Bambini delle onde» (Campanotto, 2000), «Vesti del pomeriggio«»(Campanotto, 1995), «Le porte» (Schema Editore, 1987). Nel 1995
ha ideato, insieme al poeta Franco Manzoni, il «Manifesto in difesa della lingua italiana», oggi parte del programma orale (Cours de production orale) per
il conseguimento del dottorato specialistico del Dipartimento di Italianistica dell’Université Paris 8 (Paris – Saint Denis, docente Laura Fournier). E'
stato chiamato a rappresentare la poesia italiana contemporanea alla XIX Esposizione Internazionale della Triennale di Milano (1996).