Guardo i film d'amore e quelli di amicizia. Li guardo di tanto in tanto intervallandoli con i film d'azione. Di fatto sono onnivoro per la celluloide. Guardo tutto per poi poter dire che una cosa mi piace e l'altra no.
E i film sdolcinati, drammatici, leggeri e pieni di riflessioni, in genere mi mettono di umore pensieroso. Da bravo uomo duro dovrei trovare repellenti le commedie al miele molto meno dei film dolorosamente drammatici, ma è da lungo tempo che sono venuto a patti con quella parte sentimentale del mio carattere che ha bisogno di sognare. Per certi versi mi piacerebbe che anche altri provassero a essere meno settari e lasciarsi un po' andare a quella frivola onda di sorriso che queste storie impossibili eppure desiderabili dovrebbero creare... Ma anche se questo non accadesse, non ne sarei dispiaciuto e continuerei per la mia strada serenamente...
Mi colpisce però il pensiero che le storie cinematografiche, quelle belle e piacevoli, siano tante volte l'altra faccia della luna della vita reale. Escludendo il fatto che nella maggior parte di esse non capiti mai a nessuno di andare al bagno (avete mai fatto caso che la fuga per una pipì non sia frequente nei film d'amore?!), la brutalità di tanto che vedo e sento in questa mia età adulta è sorprendentemente superiore a ogni immaginazione. E i sentimenti del cinema sono così positivi da scollare completamente la finzione dal vissuto. Ma forse è meglio così: nessuna confusione può esistere tra sogno e realtà. O forse questo è un vero peccato...
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