La trama. Sam Dawson, un uomo sulla quarantina costretto a crescere sua figlia da solo poiché la mamma della bambina li ha abbandonati, soffre di un ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone. Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni. Nonostante ciò la loro vita è normale, fatta di un affetto sincero e di un’intesa tra padre e figlia che è fuori dal comune. Sam è aiutato in questo dai suoi amici e colleghi finché una sera non viene portato in caserma per quello che viene scambiato come un tentativo di adescamento di una squillo. Successivamente, durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via, anche per effetto di un episodio di cattiveria di un bambino invitato alla festa. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l’affidamento. Dopo numerose pressioni, riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato, e questa storia si trasforma. Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità.
Giudizio. Il film è molto forte e basa sull’emotività ogni suo ciak. Difficile, durante la visione, non farsi coinvolgere e restare indifferenti, senza fare il tifo per il più debole, ovvero Sem. Grande l’interpretazione di Sean Penn, poliedrico stakanovista delle pellicole. Film da vedere, se non altro per farsi un’idea su alcune vicende, drammaticamente reali, ma attenzione: la visione è intimamente impegnativa. Consigliato.